Una fotografia faticosa da guardare, ma necessaria, quella della violenza contro bambini e adolescenti in Italia, specie in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia. Nel 2013 erano 91.272 i minorenni maltrattati seguiti dai Servizi sociali secondo la prima Indagine nazionale, condotta da Terre des Hommes e Cismai per l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Tra i motivi della presa in carico, il principale è la trascuratezza materiale e/o affettiva (47,1%), seguita dalla violenza assistita: un bambino su 5 di quelli maltrattati è testimone di violenza domestica e ne soffre le conseguenze. La patologia delle cure (ipercura/discuria) riguarda l’8,4% dei casi, il maltrattamento psicologico ha un’incidenza superiore rispetto a quello fisico (13,7% contro il 6,9%), pur avendo conseguenze tali da richiedere assistenza. L’abuso sessuale è invece presente nel 4,2% dei casi. In media ogni bambino maltrattato riceve almeno due servizi di protezione e tutela, come assistenza economica alla famiglia (27,9%), inserimento in comunità (19,3%), assistenza domiciliare (17,9%), affidamento familiare (14,4%), assistenza in un centro diurno (10,2%).
È la prima volta che in Italia viene realizzata una raccolta dati così sistematica, su un campione di 231 Comuni rappresentativo di tutto il territorio nazionale. Il presidente dell’Autorità per l’Infanzia, Vincenzo Spadafora, ne spiega lo scopo: «Poter avanzare proposte concrete a Governo e Parlamento». Sottolinea alcuni punti: «Primo, i danni ai minori. L’ascolto è fondamentale per sanarli, ma spesso la soglia di attenzione verso gli under 18 è limitata, viziata da pregiudizi (“Sono vuoti, sono apatici, non seguono…”), mentre dovremmo sempre ascoltare i ragazzi, alzare il livello dell’attenzione invece che l’ansia di controllo. Quante volte si sarebbero potuti evitare orrori più grandi se solo avessimo ascoltato di più quella ragazza, letto i segnali di sofferenza di quella bambina, preso sul serio quel ragazzino».
"La violenza come la povertà spesso si eredita", dice il Garante per l'infanzia Spadafora
Secondo punto: «La violenza come la povertà», spiega Spadafora, «spesso si eredita: la donna nata in prigione che ora è in prigione con la figlia piccola; il sedicenne recluso per reati di camorra, gli stessi del padre. La violenza è cioè quasi sempre una lingua che si impara da piccoli, comune alle diverse classi sociali, oppure è una risposta a un contesto sociale degradato. Eppure in presenza di uno Stato attento con politiche di sostegno e recupero, con una scuola capace di forgiare, quel “lessico familiare” trova un antagonista in un sistema di valori e di solidarietà: con ogni probabilità si stempera fino a scomparire, fino a tradursi in un nuovo linguaggio».
A livello nazionale, ogni mille minorenni residenti quasi 48 sono seguiti dai Servizi sociali, per un totale stimato di 457.453 casi; di questi 91.272 sono stati presi in carico perché maltrattati (9,5 su mille minori residenti). Proprio riguardo “l’attenzione dello Stato” Terre des Hommes e Cismai notano che al Nord i Servizi riescono a seguire 63,1 minori su mille, cioè più del doppio che al Centro (44,5) e al Sud (30,5). Ciò si traduce in una maggior prevenzione nel Settentrione: rispetto al totale dei ragazzi e bambini seguiti al Nord, 155,7 sono presi in carico per maltrattamento, mentre sono più numerosi al Sud e al Centro (273,7 e 259,9 su mille).
Questo numero può fare la differenza: «Non sempre il maltrattamento», spiegano le due associazioni, «è la causa primaria dell’avvio dell’assistenza al minore da parte dei Servizi. Ciò accade nelle forme più evidenti d’abuso, come quello sessuale o le violenze fisiche, mentre nei casi di abusi psicologici, trascuratezza materiale o affettiva e di violenza assistita, spesso il bambino arriva ai Servizi per motivi differenti; solo in un secondo momento viene registrato il maltrattamento».
Femmine e stranieri sono i più esposti ai maltrattamenti
Per l’Indagine, femmine e stranieri sono più esposti. Su mille bambine assistite dai Servizi, 212,6 sono in carico per maltrattamento, mentre il valore scende a 193,5 per i maschi. Sono 20 i bambini stranieri maltrattati ogni mille, 8,3 tra gli italiani. E all’estero? Il dato italiano dei bambini seguiti per maltrattamento (9,5 casi per mille) è inferiore a quello del Canada (9,7), Inghilterra (11,2) e Stati Uniti (12,1). Quello sulla violenza sessuale (4 bambini su 100 maltrattati) è addirittura tra i più bassi registrati nei Paesi industrializzati. «Va però capito», spiega Federica Giannotta di Terre des Hommes, «se è legato a una difficoltà di rilevazione da parte dei Servizi oppure si tratta di un’effettiva ridotta prevalenza».
Infine, Cismai e Terre des Hommes formulano cinque raccomandazioni per il Governo e la Conferenza delle Regioni: «Creare un Sistema informativo nazionale permanente di raccolta dati sul maltrattamento; istituire un Coordinamento interistituzionale e promuovere un Piano nazionale; adottare delle Linee guida nazionali sulla prevenzione e protezione; armonizzare gli strumenti per rilevare precocemente il maltrattamento. Per tutto ciò serve attribuire le risorse necessarie alle amministrazioni nazionali, regionali e comunali competenti».