Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 08 ottobre 2024
 
Storie
 

«Sono rinato grazie ai violini»

07/08/2014  La bella storia di Maurizio Fossati, un detenuto che si è appassionato al mestiere di liutaio. «Una volta truccavo i numeri di matricola dei telai delle auto, poi le mie mani hanno scoperto il legno». E ora che ha ritrovato la libertà ha un sogno...

Sopra: la liuteria. In alto: Maurizio Fossati, a sinistra, con altri operatori del laboratorio.
Sopra: la liuteria. In alto: Maurizio Fossati, a sinistra, con altri operatori del laboratorio.

“Per lungo tempo truccavo i numeri di matricola dei telai delle auto. Poi le mie mani hanno scoperto il legno. Ed ho imparato a scolpire, a creare le figure che abbelliscono i violini, a fare gli intagli. Ora quando sento un “mio” violino suonare non riesco a trattenere le lacrime”.

Maurizio Fossati è un uomo maturo, 60 anni, di corporatura robusta, con uno sguardo pacato ed una storia da raccontare. Il suo è un percorso che dimostra quanto l’esistenza, una esistenza, possa cambiare. Maurizio infatti è stato condannato per i suoi reati ad una pena che da poche settimane ha finito di scontare. Ma all’interno del carcere ha trovato una nuova ragione di vita. E’ lui a spiegarcelo: “tempo fa venne proposto al carcere di Cremona di aprire un laboratorio di liuteria per i detenuti. La direzione declinò l’invito, preferendo un’esperienza analoga, quella della costruzione di mobili. La cosa venne allora sottoposta al direttore del carcere di Opera, a Milano. E lui accettò con entusiasmo. Era una scommessa, ma anche un rischio: perché in un laboratorio di liuteria i detenuti hanno a disposizione tanti strumenti pericolosi”.

E come è andato l’esperimento? “All’inizio abbiamo aderito alla iniziativa in un certo numero. Ma ovviamente partivamo tutti da zero. Io non sapevo niente di violini, non ne avevo nemmeno tenuto in mano uno. Però piano piano mi sono appassionato alla cosa. E così alcuni miei compagni. Altri hanno abbandonato, ma con i rimasti siamo arrivati alla costruzione dei primi strumenti. Ed è stata una soddisfazione immensa”.

Maurizio si è scoperto un intagliatore straordinario. Un vero artista. “Ora io continuo a frequentare il laboratorio, anche se ho finito di scontare la pena: lavoro, frequento i corsi di perfezionamento a Cremona, anche per istruire i nuovi aspiranti liutai. Ho scoperto una vocazione e vorrei che il mio futuro fosse questo”.

Il progetto venne subito abbracciato dai fondatori della Casa dello Spirito e delle Arti di Milano Arnoldo Mosca Mondadori e Marisa Baldoni, e dal presidente Emanuele Vai: e Mondadori Mosca - nel suo periodo di presidenza del Conservatorio milanese - ha attivato una collaborazione col carcere. L’Orchestra dei Popoli, che è una emanazione della Casa e raccoglie giovani strumentisti di tutte le etnie, pure utilizza i violini di Maurizio Fossati e dei suoi compagni di avventura.

Ma c’è già chi ne ordina un esemplare per il figlio o la figlia. Quanto al futuro i piani di Maurizio sono chiari: “mi perfezionerò ancora a Cremona, alla loro scuola. E poi coltivo un sogno, che condivido con Fabrizio F., un detenuto che sta finendo di scontare la pena: quello di aprire un laboratorio di liuteria insieme. Me la fai pubblicare la foto di un mio violino?”.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo