Non si placano le polemiche su Sanremo. Il caso del giorno riguarda Virginia Raffaele ed è stato sollevato da don Aldo Bonaiuto della associazione papa Giovanni XXIII, esorcista e coordinatore del servizio nazionale Antisette, che ha notato come nello sketch in cui l'artista giocava a cantare "Mamma" di Beniamino Gigli come se fosse la voce proveniente da un disco suonato da un grammofono difettoso, cita e per ben 5 volte la parola "Satana".
Alla sua denuncia si è poi aggiunta quella dall'Associazione Internazionale Esorcisti che esprime «grande rammarico in merito alla puntata sanremese nella quale il richiamo esplicito a Satana, attraverso gesti e parole, evidenzia l'immagine svilita di un intrattenimento grossolano, che scherza con il dolore delle vittime» e le critiche bipatisan della politica, dal ministro dell'Interno Matteo Salvini all'esponente del Pd Beppe Fioroni.
L'esibizione è un vero pezzo di bravura non solo della Raffaele, ma soprattutto dell'orchestra, costretta continuamente ad andare avanti e indietro in tutto il brano per simulare l'effetto di un disco che "salta" perché la puntina è rovinata, oppure a velocizzare o a rallentare con i connessi esilaranti effetti sulla voce e sul corpo di Virginia. Ma più o meno verso 3 minuti e 30 dell'esibizione (il filmato è visibile sul sito di Rai Play) la voce sulle parole "Quanto ti voglio bene, queste parole d'amore..." si aggroviglia su sè stessa irrimediabilmente. assecondata dal corpo della Raffaele che gesticolando gira anche le su sè stessa e pronuncia, distintamente, per cinque volte di seguito la parola "Satana", anche se in diretta non se ne è accorto nessuno, tanto è vero che la polemica è montata solo oggi.
In realtà, almeno nelle intenzioni dell'artista, non è stato un incitamento al satanismo, ma una parodia dei cosiddetti "messaggi subliminali", cioè non immediatamente percepibili, presenti in canzoni di band rock celeberrime, dai Beatles di Revolution 9 ai Led Zeppelin di Starway to heaven. In pratica, ascoltando questi e altri dischi al contrario, ci sarebbero (il condizionale è d'obbligo perché è una questione sulla quale si discute da oltre 50 anni) dei messaggi che fanno, in modo più o meno consapevole, riferimenti al Diavolo.
Ma il punto non è questo. Il punto è che Virginia in una gag tutta giocata su un'apparecchio musicale che non funziona bene, abbia voluto inserire anche lei un "messaggio subliminale". Un gioco riuscito benissimo, dato che fino ad oggi non se ne era accorto nessuno. Ma ne valeva la pena? Secondo noi, no. La Raffaele è stata quanto meno ingenua: ha voluto strafare con una parodia che nulla ha aggiunto (anche perché, appunto, sul momento è passata inosservata) al suo pezzo di bravura.