Giovane, sicura, determinata. E, cosa che certamente non guasta nell’immaginario politico, un Moloch alla ricerca continua di nuovi personaggi, pure molto graziosa, di quella bellezza romana doc, occhi di brace e capigliatura corvina (e infatti l’hanno già contrapposta alla bellezza pittorica toscana di Maria Elena Boschi). Virginia Raggi ha tutte le qualità per piacere alla stampa estera, che in lei vede una sorta di eroina della rinascita politica della Capitale. I siti di mezzo mondo le dedicano ritratti, dal New York Times all'Asaki Shimbun. Certo sul Campidoglio è nata una stella. I romani l’hanno votata oltre le previsioni, soprattutto nelle periferie, forse perché smarriti e disillusi dopo Marino e Mafia Capitale, o forse perché convinti da questa avvocatessa che nel curriculum si è dimenticata di ricordare che ha lavorato nello studio di Cesare Previti (dettaglio non insignificante per il giacobinismo travaglista che regna tra i Cinque Stelle). I suoi non pochi avversari politici la definiscono una delle tante creature nate in provetta digitale dalla Casaleggio & Associati. Il suo nome infatti è stato scelto lo scorso febbraio nel corso di una votazione online, le cosiddette "Comunarie".
Da allora è stato un crescendo rossiniano, complice anche il malgoverno del passato, i commissariamenti prefettizi e le buche nelle strade, oltre che gli errori confusi del Centrodestra, con il pasticcio Bertolaso-Marchini di Berlusconi. Romana de Roma, nata nel quartiere San Giovanni, laureata in Giurisprudenza Roma Tre, sposata e con due figli, Virginia in realtà non è solo un prodotto telematico, come certi suoi colleghi del Movimento Cinque Stelle, ma vanta un vissuto sociale e politico, per non parlare professionale, già piuttosto consistente. Dopo essersi dedicata per anni al volontariato, ha cominciato a frequentare il mondo della politica lavorando a stretto contatto con Sinistra economia e libertà e con meritorie associazioni come l'Ex Lavanderia, che tra l’altro si batte per i diritti dei malati psichici. Dopo lo studio Previti, è entrata in un altro studio legale che in passato aveva difeso dell’Utri e Berlusconi. E anche in questo caso non ci sarebbe nulla di male, se non fosse per il problemino accennato. Lei comunque si è difesa attaccando, nel suo stile: "Stanno facendo di tutto per screditarmi, ma quanta paura avete di me?", è stata la replica seccata sul suo sito Facebook. Al Movimento 5 Stelle si è avvicinata cinque anni fa grazie al marito. Nel 2013 è stata eletta consigliera comunale del Municipio XIX tra le fila del movimento di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Negli ultimi anni si è occupata soprattutto di scuola e ambiente.
Tra le ombre sul suo futuro di sindaco, il primo sindaco sindaco donna della Capitale, il rapporto con i vertici di un movimento, che, come è noto ha poco o punto democrazia interna. A chi renderà conto Virginia Raggi per le sue scelte politiche? Al Direttorio? A Beppe Grillo direttamente? O alla Casaleggio & Associati? Inquieta quella sorta di contratto politico stipulato insieme agli altri candidati al Consiglio comunale, in cui si impegna a pagare una penale molto alta e a dimettersi nel caso in cui arrechi "danno all'immagine" del Movimento. Un contratto che le impone anche di far approvare a Beppe Grillo qualsiasi decisione amministrativa da prendere per la città. Non propriamente un contratto di libertà. Quanto ai programmi, non resta che attendere la prova dei fatti, perché ormai nelle campagne elettorali i programmi sono tutti uguali, o quasi. Il suo prevede una piccola curiosità, la cosiddetta Gondolina, una funivia urbana orizzontale tra le zone di Casalotti e Boccea in grado di sorvolare il traffico. Per fortuna Belli e Trilussa sono morti, altrimenti la Gondolina de Roma della Raggi sarebbe certamente finita in uno dei loro sonetti.