Donare la propria vita a Cristo e consacrarsi a Lui è una scelta di felicità. Significa rispondere a una chiamata di Dio che conduce su sentieri sconosciuti ma che non abbandona mai i suoi figli. Nella Giornata dedicata alla vita consacrata che la Chiesa universale celebra il 2 febbraio, brilla la testimonianza di fede di cinque sorelle bangladesi, cresciute in una famiglia cattolica, con sette figli, nella parrocchia di Doripara a Gazipur, vicino a Dacca, capitale del Bangladesh, oggi tutte religiose in diverse congregazioni. Accanto a loro, anche la nipote, figlia di uno dei due fratelli maggiori, è divenuta suora. Nel raccontare la loro esperienza all’Agenzia Fides, le donne ricordano con affetto i loro genitori, deceduti diversi anni fa. I coniugi, nella loro semplicità, hanno lasciato un'eredità: “Amare Dio e il prossimo non è mai tempo perso”. Il padre era un flautista e la madre era una casalinga. Le cinque sorelle hanno scoperto la loro vocazione alla vita religiosa in famiglia, poiché i loro genitori erano cattolici che “hanno messe sempre Dio al primo posto”, raccontano.
Suor Beena, oggi Superiora Generale della sua congregazione religiosa, ricorda: “Nostra madre era una donna pia e nostro padre era anche capo del villaggio. Ci hanno educato a confidare in Dio. Senza la preghiera della sera, non ci si poteva godere la cena. Nostra madre un giorno ci raccontò dell'esempio di Santa Teresa di Lisieux, le cui quattro sorelle la precedettero o seguirono nella scelta della vita religiosa. E ci disse che il Signore chiama anche oggi alla consacrazione”.
Da adolescente, Beena scrisse una lettera alla Superiora Generale delle Suore Catechiste del Cuore Immacolato di Maria Regina degli Angeli. Nella risposta, la Superiora Generale diceva che era pronta ad accogliere lei e altre ragazze del suo villaggio che volessero sperimentare la vita religiosa. Beena e suo padre, insieme con altre nove ragazze, si recarono a Dinajpur. “Con entusiasmo e spensieratezza – dice – lasciammo la nostra casa. Nostro padre ci accompagnò alla Casa Madre della congregazione a Dinajpur. Su dieci ragazze che provarono quell'esperienza, quattro siamo diventate suore”.
Suor Beena riferisce che le cinque sorelle oggi sono suore di diverse congregazioni religiosa ma sono molto unite: “Nella vita religiosa, a volte si affrontano dolori e sfide: noi restiamo in comunione, condividiamo le gioie e le sofferenze. Ci aiutiamo a vicenda a crescere spiritualmente. Ci sosteniamo a vicenda. Abbiamo anche un gruppo del social network Facebook Messenger che ci collega l'una all'altra e ci aiuta a restare in contatto”.
Parlando della sua storia vocazionale, Beena afferma che in famiglia ha ricevuto il dono della fede: “La famiglia è il terreno dove può germogliare una vocazione religiosa. Oggi noi visitiamo le famiglie e incontriamo altre ragazze dando la nostra testimonianza. Quando veniamo battezzati, siamo tutti chiamati alla santità e a predicare il Vangelo”.
La più giovane delle cinque, suor Supriti, aggiunge: “Nella nostra famiglia, durante la mia infanzia, c'era un lima di preghiera. I nostri genitori ci hanno ispirato a essere sempre vicine a Gesù. Insieme recitavamo a preghiera del Rosario la sera”. E indica come preziosa la testimonianza delle sorelle maggiori: “Mia hanno mostrato una vita semplice e santa, soprattutto felice. La loro opera, gentile e caritatevole verso il prossimo, mi ha attratto e ho deciso anch'io per la vita religiosa”. Da figlia più piccola, Supriti era molto affezionata a suo padre e viceversa: “Mio padre ha sofferto il distacco quando anch'io ho lasciato la nostra casa, ma non mi ha ostacolato. Non fare nulla che ci faccia vergognare”, mi ha esortato. Le sorelle ricordano sempre i consigli del padre: “Oggi tutte noi siamo felici e godiamo della nostra vita consacrata, portando nel cuore l'insegnamento dei genitori, soprattutto il confidare in Dio in ogni momento, nella quotidianità”, spiegano.
Il parroco di Doripara, padre Kajol Joachim Purification, sacerdote diocesano, riferisce che nella loro parrocchia, su una popolazione di 3500 cattolici, sono nati 6 sacerdoti, 10 fratelli religiosi e 49 suore. “Il fatto che vi siano sei suore in un'unica famiglia è, certo, un fatto straordinario. Credo che i genitori abbiano avuto un ruolo fondamentale, allevando i figli con l'amore di Dio come alimento principale. Ma le ragazze hanno potuto anche osservare la vita di altre suore e sacerdoti. La Chiesa cattolica del Bangladesh è grata a tutti gli operai della vigna del Signore, per il loro zelo apostolico”, nota. Oggi, tra le cinque suore, quattro sono impegnate in Bangladesh, nel servizio di istruzione e nell’opera pastorale, mentre un, suora delle Missionarie della Carità, è missionaria in Congo.
L'esperienza delle cinque consacrate del Banglasdesh ben si accorda con il tema che quest’anno il Dicastero vaticano per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica ha indicato per la Giornata della vita consacrata, invitando a riflettere sul tema “Sorelle e fratelli per la missione”.
Anche in Italia la riflessione e il contributo della vita consacrata alla Chiesa universale viene sottolineato con incontri e sante messe. A Milano, alle 17.30 in Duomo, celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo monsignor Mario Delpini. Il cardinale João Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, presiede la celebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, alle 18, preceduta dalla preghiera del Rosario. La Giornata – si legge in una nota – “è un’occasione di ringraziamento al Signore per il dono della vita consacrata e di preghiera per il Santo Padre Francesco che, proprio in quei giorni, si trova nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan dove tanti consacrati e consacrate svolgono la loro missione in contesti di povertà e marginalità sociale”.
“In ogni parte del mondo – si legge ancora nel comunicato – la vita consacrata risponde alla chiamata a portare la testimonianza del Vangelo prendendosi cura dei più fragili, di chi è vittima di ingiustizie e diseguaglianze sociali, compiendo gesti di solidarietà, impegnandosi nella costruzione di un futuro di pace e di un mondo in cui tutti possano riconoscersi fratelli e sorelle”.
Al Santuario di Loreto la Messa delle 18.00, presieduta dal Cardinale Francesco Monterisi, arciprete emerito della Basilica di San Paolo fuori le Mura, sarà trasmessa in diretta sul canale YouTube della “Santa Casa Loreto”.
A Bari, padre Luigi Gaetani, Vicario episcopale per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, presiede alle 18.30 in Cattedrale una celebrazione eucaristica a cui partecipano consacrate e consacrati della diocesi.