Nel Dna di Enrica la voglia di bambini è scritta a lettere maiuscole. Baby sitter, capo dei lupetti, studi in Psicologia per diventare maestra d’asilo e adesso a 28 anni, ben prima della maggior parte delle sue coetanee (in Italia l’età media del primo figlio per le donne è 31 anni), un bambino in arrivo. Simone è felice, non sembra preoccupato per il futuro da papà: «Qualche domanda me la faccio. So che si tratta di un passaggio della vita che ti dà un’enorme, ma bella, responsabilità». Si sono sposati, anche questa una scelta controtendenza, a settembre del 2013 quando lei aveva 26 anni e lui 30.
Simone lavorava già ma Enrica stava finendo l’università: «I miei genitori non se lo aspettavano perché studiavo ancora. Ma noi ci siamo detti: “Il momento perfetto non esiste”». «Mi sono laureata pochi mesi dopo», continua, «ho fatto qualche esperienza lavorativa e quando dopo un anno di matrimonio abbiamo sentito di avere un po’ di stabilità e soprattutto il desiderio di un bambino, non abbiamo perso tempo. Ed eccoci qua… Ad agosto saremo genitori».
Enrica ha aperto a Savona un “nido famiglia”, una piccola struttura in un contesto domestico ma con le stesse legislazioni degli altri nidi: «Ho smesso con la gravidanza perché è un lavoro a rischio e non avrei potuto arrivare alla fine. È stata un’esperienza che mi servirà per il futuro».
Adesso si gode la gravidanza e nell’attesa segue un corso per diventare maestra con il metodo Montessori. «Dopo riuscirò a riprendere il lavoro che per me è una passione».
Enrica e Simone non sanno ancora se avranno un maschio o una femmina, per ora hanno deciso che si chiamerà Caterina o Giovanni, ma assicurano: «Avremo altri figli. Ci piacerebbe se fossero due o tre.
Entrambi adorano i bambini: «Ci teniamo a diventare genitori ancora giovani, anche per avere la certezza di riuscire ad avere più di un figlio. Io ho una sorella e sono contentissima», spiega Enrica. Simone è figlio unico: «Sono stato un bambino felice. Però, da piccolo, ho desiderato tanto un fratellino. Spero che mio figlio possa avere questo regalo».
Per fare un bambino, aggiunge saggiamente «ci vuole la fortuna di avere una certa sicurezza lavorativa o anche solo un po’ di stabilità. Ma da sole non bastano. Bisogna aggiungere l’incoscienza di capire, come per il matrimonio, che se si aspetta il momento giusto, quello in cui tutto va bene, non arriverà mai. Prima c’è lo studio, poi il lavoro, poi la casa… Bisogna buttarsi».
Questi due ragazzi sono consapevoli di essere privilegiati perché hanno alle spalle famiglie che hanno potuto aiutarli: «Abbiamo la fortuna di avere una casa. I miei genitori mi hanno dato quella della mia nonna materna» dice Enrica. «Inoltre, Simone ha un lavoro fisso. E anche con un solo stipendio siamo tranquilli. Dovremo comunque fare piccoli sacrifici come rinunciare alle vacanze per qualche anno. Ma è una questione di priorità. Non ci manca niente e ammetto che sarebbe da irresponsabili mettere su famiglia senza avere una minima sicurezza economica. Alcune spese sono da mettere in conto, la casa per chi non ce l’ha, la carrozzina, il passeggino, la cameretta… E non sempre si possono chiedere soldi ai genitori. Basta scegliere uno stile di vita più sobrio».
Nella compagnia degli amici di Enrica lei è la prima che ha deciso di sposarsi e diventare mamma: «Tra i miei compagni del liceo alcuni convivono ma la maggior parte vive ancora con i genitori». Dalla parte di Simone invece molti sono già sposati: «Davide, il suo testimone di nozze, ha già due figlie». Enrica è la madrina di battesimo della secondogenita Beatrice.
Conferma il futuro papà, i cui amici sono soprattutto ex scout come lui, che ha fatto personalmente i lavori per la casa finendoli pian piano, anche dopo il matrimonio, aiutato sempre dall’amico Davide: «Credo che la decisione di sposarsi dipenda molto dall’ambiente in cui si è cresciuti. Nello scoutismo si vivono valori e si fanno progetti che portano più facilmente a mettere su famiglia. È un’educazione che ti abitua a fare, a impegnarti in prima persona, a non subire le scelte».
Enrica, da parte sua, muovendo i primi passi tra le future mamme coglie una realtà che tutte le indagini sociologiche segnalano con preoccupazione: «A parte chi ha delle oggettive difficoltà economiche o non ha incontrato ancora la persona giusta, tendenzialmente i giovani si sposano davvero tardi. Forse chi ha studiato vuole far fruttare la laurea. Ma c’è chi preferisce “spassarsela” fin che può, pensando che potrà avere un figlio dopo aver fatto carriera e altre esperienze». Facendo il corso pre-parto e frequentando le mamme dei bambini del nido, incontra molti neogenitori: «L’età media di chi ha bambini piccoli è di 34 35 anni, anche di più. Penso che non sia obbligatorio avere dei figli, ma non capisco quelli che aspettano i 40 anni».
E a questo proposito Enrica lancia anche un appello per la salvaguardia dei nonni: «Se si fanno i bambini avanti negli anni anche i nonni saranno più vecchi e non potranno godersi i nipotini. È un peccato perché sono una ricchezza. Ma purtroppo stanno scomparendo proprio per la tendenza a diventare genitori avanti negli anni».
I nonni materni del bambino di Enrica e Simone hanno poco più di 60 anni ed è vero, sarà un bambino molto fortunato…