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lunedì 17 marzo 2025
 
Introversi
 

«Vorrei aiutare mio nipote chiuso e poco sportivo»

22/09/2020 

Sono lettore da tanti anni di questo giornale, prima quando avevo mia moglie e i figli piccoli, e adesso che sono vedovo e i miei nipoti stanno diventando grandi. Scrivo per parlarvi di uno di loro, che come me si chiama Michele e ha 15 anni. Fin dalle scuole elementari è stato un bambino chiuso, che parla poco e non fa tanto amicizia. Adesso se ne sta tutto il giorno in casa, gioca ai videogiochi (sempre quelli!) con altri ragazzi che non vede mai, tranne occasionalmente uno, un suo ex compagno delle medie. E studia, perché ha una materia in cui è insufficiente. Ha un fratello e una sorella con cui non va tanto d’accordo, anche perché loro sono ragazzi spensierati e socievoli, fanno sport, mentre lui è proprio negato e non gli piace nessuna competizione. Soprattutto parla poco: se gli chiedi qualcosa, risponde a monosillabi. Io so che è affettuoso e gentile, però esternamente non lo mostra.

MICHELE

Caro Michele, innanzi tutto bisogna ringraziare te e tutti quei lettori che manifestano fiducia in questa rivista e la sostengono da tanti anni, perché sono una ricchezza di fedeltà e di condivisione. Quando poi ci scrivete, il dialogo si fa più aperto e utile anche per noi esperti. Per questo sarebbe bello che tanti superassero gli ostacoli della scrittura per rendere ancora più vivo questo colloquio. La tua lettera mostra uno sguardo attento verso l’adolescente Michele, che è ciò di cui ha davvero bisogno. Questo ragazzino silenzioso, piuttosto abitudinario, poco propenso a utilizzare il corpo per mettersi in gioco con i coetanei, ti sembra abbastanza contento della sua vita attuale oppure è insoddisfatto e triste? Questa è la prima domanda da farci, e magari da porre a lui. Può essere che questa sia la sua indole, e che la socialità non sia per lui così importante. Sicuramente va accompagnato a imparare a gestire le relazioni con le altre persone, a esprimere i suoi sentimenti e a controllare le emozioni più violente. Senza aspettarci però che si trasformi in un ragazzo aperto ed estroverso come i suoi fratelli. Dai quali forse riesce a differenziarsi anche così. Come ogni adolescente, chiede di essere ascoltato con cura, in un modo attivo, fatto anche di domande, affinché spieghi meglio quei monosillabi con cui risponde. Non un interrogatorio incalzante, ma un aiuto ad articolare i pensieri ed esprimere ciò che prova, per rendere più ampio il suo mondo interiore. «Chissà come ti sei sentito…», «Ma tu che cosa hai pensato in quella situazione?», «Prova a raccontarmi meglio, se ti va» sono alcune delle frasi con cui possiamo attivare il discorso con lui. E se puoi, mantieni viva questa vostra relazione che tanto ti coinvolge. Per esempio, chiedigli aiuto, in modo libero e non pressante, per qualche attività, magari per gestire le tecnologie che pervadono ogni ambito della vita e su cui noi adulti spesso dobbiamo andare a scuola dagli adolescenti. Sarà anche questo un modo in cui il giovane Michele sentirà l’affetto speciale del nonno.

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