Abbiamo tre figli di 9, 6 e 1 anno. La primogenita ha una camera piena di giocattoli ma con i suoi fratellini siamo stati più sobri e attenti.
Come mamma ora vorrei insegnarle che le relazioni sono più importanti delle cose, a partire dai regali del prossimo compleanno. Vorrei gestire la situazione con equilibrio, mostrandole che per noi è lei il regalo più prezioso che abbiamo, ed evitare il solito finale “e vissero tutti consumisticamente felici e contenti”.
Non vorrei, d’altro canto, obbligare mia figlia a pensare come la penso io, che in effetti, sono un po’ anomala, visto che vado pochissimo per negozi e mi vesto con semplicità.
LALLA
Risposta di Alberto Pellai
– Cara Lalla, la tua richiesta è davvero molto interessante perché pone una questione fondamentale: come possiamo noi genitori educare i nostri figli alla sobrietà? È una sfida che sembra fuori moda, ma che anche papa Francesco ha citato e richiamato in molte occasioni. Essere sobri vuol dire fare quello che dici tu, anche con i bambini: evitare di immergerli in una sovrabbondanza di cose e giocattoli di cui il mercato invece impone bisogno e desiderio.
È una sfida che ha a che fare anche con il futuro del pianeta: questo eccesso di cose dentro la nostra vita rischia di sommergerci e di aggravare la crisi ambientale in corso, perché le cose vanno smaltite ed eliminate, eventualmente trasformate attraverso processi che richiedono tempo, spazio ed energia. Partendo dal prossimo compleanno, potresti fare in modo che tua figlia riceva un unico regalo fatto da più persone, tutte insieme. In questo caso, sarai tu ad avvertire nonni e parenti e a convogliare la scelta del dono verso un unico oggetto.
Potresti anche suggerire che invece di un giocattolo il regalo sia un’esperienza. La bambina potrebbe ricevere un biglietto per uno spettacolo teatrale o per la visita a un parco naturale. Oppure un biglietto del treno per andare a visitare una città insieme a un adulto. Tornare all’essenziale è davvero necessario per dare una nuova direzione alla vita così caotica e sovraffollata, piena di “troppo di tutto” in cui ci stiamo perdendo tutti, grandi e piccoli.
In queste settimane io sto facendo molte riflessioni, leggendo alcuni libri di poesia come Bei cipressetti, cipressetti miei di V. Lamarque (Crocetti ed.), Canti della gratitudine di F. Arminio (Bompiani ed.), Rime scolare di B. Tognolini (Salani ed.), molte delle quali possono essere lette anche con i figli. Le poesie sono ottimi esempi di sobrietà ed essenza: con poche parole aprono mondi enormi dentro di noi e ci aiutano a tenere alto lo sguardo sulla vita.