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Anniversari
 

Walter Molino, il disegnatore che raccontava l'Italia

11/11/2015  Un secolo fa, il 15 novembre 1915, nasceva a Reggio Emilia Walter Molino, uno dei grandi protagonisti della storia dell’informazione del ‘900. Le sue copertine della "Domenica del Corriere" sono state lo specchio nel quale si è riflessa la società dalla Seconda Guerra mondiale in poi. Lo ricorda il figlio Pippo, musicista.

Un secolo fa, il 15 novembre 1915, nasceva a Reggio Emilia Walter Molino, uno dei grandi protagonisti della storia dell’informazione del ‘900. Le sue copertine della Domenica del Corriere sono state lo specchio nel quale si è riflessa la società dalla Seconda Guerra mondiale in poi. Per 30 anni Molino ha raccontato dalla Domenica del Corriere l’Italia ed il mondo a milioni di lettori che in una copertina scoprivano volti, vicende, retroscena e sentimenti di un’attualità che nemmeno la televisione avrebbe poi raccontato con tanta immediatezza.



E la nostra epoca - nella quale l’illustrazione, soprattutto satirica, e la forza delle immagini hanno soppiantato la comunicazione scritta - non può che guardare a Walter Molino come ad un precursore, ad un maestro. Eppure non molti si sono accorti di questo centenario.



Ma chi era Walter Molino? Il figlio Pippo (Milano, 1947) affermato musicista e compositore, ce ne parla, sul filo di ricordi che sono ancora molto recenti, visto che il grande illustratore morì nel 1997. “Di papà ricordo la facilità assoluta nel disegno. In 3 minuti faceva un ritratto degli amici, magari riuniti intorno al tavolo. Se non era soddisfatto stracciava il foglio e ricominciava daccapo. A quel punto tutti chiedevano il proprio ritratto, non lo lasciavano in pace. Era bravissimo anche con la caricatura. Molto cattivo o molto bravo con le donne, a seconda delle simpatie… Ovviamente ha ritratto tante volte anche noi figli: uno di questi ritratti si intitola Pippo suona Beethoven”.



L’avrà visto tante volte lavorare: ”Quando lo osservavo lavorare la cosa che mi affascinava era vederlo cominciare. Le sue erano delle vere e proprie inquadrature della scena che aveva in mente. Immaginava così l’impostazione della pagina. Poi si concentrava molto sugli occhi e sulle espressioni delle persone. Era già famoso a 20 anni, perché il suo talento era emerso durante il liceo. Praticamente fu un autodidatta, salvo gli insegnamenti che ricevette mio nonno, pittore pure lui. Iniziò quindi a lavorare per la pubblicità e questo lo fece subito apprezzare. Libro e moschetto gli diede la fama: consacrata dal Bertoldo ed un po’ da Candido”.



Lei è nato nel 1947, quando suo padre era già famosissimo: “Certo. Quando io sono nato era già titolare della Domenica del corriere. Aveva iniziato lì nel 1941, scelto direttamente dal pittore Antonio Beltrame. Lui, con molto orgoglio, sottolineava il fatto di essere, allora, l’unico giornalista-disegnatore. Ed in effetti papà fu un vero giornalista: le sue tavole raccontarono i fatti e gli episodi salienti della storia del nostro Paese. Tutti”. Cosa ricorda del periodo alla Domenica? “Il lunedì ed il mercoledì mattina erano le giornate delle riunioni di redazione. Lui si alzava alle 5, perché voleva arrivare con le tavole già impostate. Gli argomenti venivano scelti insieme a Possenti e Buzzati”.



Ebbe anche altre esperienze? “Ebbe una parentesi meno legata all’informazione: fece il logo per Grand Hotel, un settimanale popolare di grande successo, e produsse per loro i primi fumetti: tutto questo prima dell’avvento dei fotoromanzi. Ma per quel settimanale creò anche una serie di caricature molto apprezzate in quanto paradossali. Famosa fu quella di Ferrari il cui ritratto sembrava un’auto da corsa”. E che rapporto aveva con la musica, visto che lei è diventato compositore: “Lui la musica la ascoltava mentre colorava le tavole. Ci fu fra noi grande affetto e grande intesa e dialogo. Seguiva la mia attività di musicista. Parlavamo di arte. Apprezzava le mie composizioni, senza criticarle. Solo una volta mi disse: ma ogni tanto una bella melodia, no eh?..... Allora componevo musica molto d’avanguardia. Ha anticipato quella che poi è stata una mia svolta: ho riscoperto più avanti il valore di quelle parole”.



Ha progetti per ricordare papà? “Voglio organizzare concerti nei quali improvviso la mia musica mentre vengono proiettate le sue tavole. Sono tutte schedate e conservate. Sarebbe un modo per riprendere il filo del dialogo fra noi”.

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