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venerdì 13 settembre 2024
 
 

Warduni: i diavoli hanno invaso l'Iraq

07/08/2014  «Si sono aperte le porte dell'inferno e sono usciti tutti i diavoli. Il maligno si è scatenato». Così, Jshlemon Warduni, vescovo ausiliario del Patriarcato di Babilonia e presidente della Caritas irachena, descrive a Famiglia Cristiana, l'Iraq di oggi dove centomila cristiani sono in fuga dalle città del Nord conquistate dai jihadisti islamici

“Si sono aperte le porte dell'inferno e sono usciti tutti i diavoli. Il maligno si è scatenato”. Così, con queste parole forti da antico Testamento, Jshlemon Warduni, vescovo ausiliario del Patriarcato di Babilonia e presidente della Caritas irachena, descrive a Famiglia Cristiana, l'Iraq di oggi.
Vescovo Warduni, che cosa sta succedendo nelle zone del Paese dove sono stati cacciati i cristiani?
“La situazione è davvero molto brutta e i cristiani vivono una situazione precaria. Questi diavoli li hanno cacciati dalle loro case e dai loro villaggi. Li hanno costretti a fuggire dicendo: fra noi e voi c'è la spada. Nessun cristiano rimane a Mosul”.
Dove sono fuggiti? “Sono andati verso il Kurdistan, dai loro parenti o amici. Come vescovi abbiamo cercato di mettere a disposizione delle case sicure”.
Le risulta che siano state distrutte delle chiese?
“Non mi risulta, ma non è importante. Una chiesa distrutta può sempre essere ricostruita. Il problema vero è che oggi in Iraq vengono distrutte le persone, i loro diritti, la libertà umana. E' come quando viene sradicato un albero. Quell'albero muore. Così oggi si sta sradicando tutto un popolo”
A Baghdad va meglio?
“Baghdad sembra tranquilla, ma resta sempre alto il rischio di attentati e rapimenti. Perciò anche nella capitale la gente non si sente tranquilla”.
Che cosa chiede alla comunità internazionale?
“Prima di tutto chiedo di fermare il flusso di armi e denaro che aiuta questi terroristi. Non so da dove arrivano questi aiuti, ma bisogna fermarli. Basta armi, basta soldi! Serve un intervento internazionale, il più ampio possibile, per proteggere i nostri diritti e quelli delle altre minoranze che sono state colpite in queste settimane. Noi chiediamo prima di tutto il rispetto dei diritti umani, poi vogliamo vivere liberamente la nostra fede”.
Per l'Iraq c'è stato un appello del papa, sentite la vicinanza dei cristiani?
“State pregando e questa è una cosa bella, perché senza la preghiera non possiamo vivere. Però non basta, bisogna intervernire subito perché i nostri vecchi e i nostri bambini hanno paura, fame e sete e non sanno più dove scappare”.

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