Nella sua prima vita, quella da calciatore, George Weah aveva già realizzato tutti i suoi sogni. Aveva indossato le maglie di squadre prestigiose come il Paris Saint Germain, il Milan, il Chelsea, il Manchester City e l’Olympique Marsiglia. Nel 1995, fu il primo giocatore africano a vincere il prestigioso Pallone d’Oro, il premio Oscar del calcio.
Nella sua seconda vita, quella dell’impegno in politica, Weah aveva tentato prima di essere eletto presidente, poi vicepresidente della Liberia. Non ci era riuscito, ma aveva conquistato un seggio da senatore. Però il sogno di diventare presidente non si era mai spento. Ora il sogno è divenuto realtà. George Weah è uscito trionfatore dal ballottaggio delle elezioni presidenziali che lo vedeva contrapposto all’attuale vicepresidente Joseph Boakai. Weah ha ottenuto oltre il 60 per cento dei voti e diventa così il successore di Ellen Johnson Sirleaf, la stimata economista, Premio Nobel per la pace, che ha guidato la Liberia dal 2006 al 2016, prima donna a diventare presidente di un paese africano.
Membro dell’etnia kru, quindi non dell’élite che ha tradizionalmente dominato la vita politica della Liberia, George Weah è nato in una famiglia povera in una bidonville di Monrovia. La sua vita ha svoltato nel 1988, a 22 anni. Allora Weah giocava a calcio in Camerun con la maglia del Tonnerre Yaoundé e il suo talento di formidabile attaccante fu fiutato da Arséne Wenger, all’epoca allenatore del Monaco. Portato in Europa, Weah ha giocato per 14 anni in Francia, Italia e Regno Unito. Weah ha indossato la maglia del Milan fra il 1995 e il 2000, con 114 presenze e un bottino di 46 gol. Commentando un suo gol, nel 1997 Gianni Mura scrisse su “Repubblica”: “Fino a che ci saranno giocatori come Weah, che magari studiano gli schemi ma quando serve s' inventano dei numeri incredibili, andare allo stadio sarà ancora una bella cosa, e basta così”.
Sono 60 le presenze in campo con la maglia della nazionale liberiana, con una totale di 22 reti. La sua carriera di calciatore si è chiusa nel 2002 negli Emirati, dove ha giocato una stagione con l’Al-Jazira Club.
Mentre Weah giocava in Europa, la Liberia era insanguinata dalla guerra civile, che ha provocato 250.000 morti. Finita la carriera da calciatore, Weah non ha cercato un ruolo da allenatore o dirigente. È tornato in Liberia e si è subito impegnato in politica fondando il partito Congresso per il Cambiamento Democratico. Nel 2005 tenta la scalata alla presidenza, ma vince la Sirleaf. Lui non si arrende, intanto completa gli studi superiori e si laurea in gestione aziendale in Florida. Nel 2011 prova a diventare vicepresidente, ma non ci riesce. Nel 2014 viene eletto senatore della provincia occidentale di Montserrando, che include la capitale Monrovia. Nel 2016, quando scade il mandato del presidente Sirleaf, tenta nuovamente la scalata alla presidenza giocandosela con il vicepresidente uscente, Joseph Boakai.
Gli avversari rimproverano a Weah la mancanza di esperienza, ma l’uomo è determinato e gode di un ampio sostegno popolare. Come vice il nuovo presidente si è scelto Jewel Howard-Taylor, ex moglie dell’ex presidente Charles Taylor (condannato nel 2012 a 50 anni di carcere per crimini contro l’umanità e crimini di guerra). Inevitabili le perplessità e i dubbi, ma non resta che vedere Weah alla prova. La lotta alla povertà e alla corruzione sono le priorità del nuovo presidente. Far star meglio i liberiani non sarà facile come mettere la palla in rete su un campo di calcio, ma la passione di Weah per il suo paese è così forte da meritarsi la simpatia di chi fa il tifo per l’Africa.