In Italia solo l’11% delle donne che subiscono violenza denuncia qunto subìto. Di queste quasi il 40% addirittura non ne parla con nessuno, spesso per vergogna o perché le situazioni vissute vengono considerate la normalità, quindi non pericolose. È quanto emerge anche dall’indagine realizzata dalla Ong WeWorld insieme a Lines - con il coinvolgimento di psicologi ed educatori dei centri presenti sul territorio nazionale – che ha portato alla stesura di un decalogo - consultabile sui social network e negli Spazi Donna di WeWorld - con l’obiettivo di individuare i segnali di potenziali forme di violenza nei confronti delle donne:
Ecco il decalogo:
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Quando si rivolge a me è spesso aggressivo ed utilizza un tono di voce molto alto.
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Quando siamo con gli altri, mi contraddice in continuazione e sminuisce quello che dico.
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Di fronte ad impegni concordati, li nega e dice che sono io che ho capito male.
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Quando esco con le mie amiche, mi dice che non sono una buona madre e/o una buona compagna.
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Vuole accompagnarmi sempre e dappertutto, non mi permette di uscire da sola.
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Quando non sono con lui, devo tenere il cellulare sempre a portata di mano per rispondere subito a messaggi e chiamate da parte sua.
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Vuole conoscere tutte le mie password di accesso (pc, social media, cellulare).
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Qualsiasi tipo di abbigliamento che indosso viene giudicato inadeguato, perché il mio partner ritiene che attiri l’attenzione.
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Non vuole che esca con le mie amiche perché le giudica stupide e ha paura che possano avere una cattiva influenza su di me.
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Quando gli dico che mi interessa un lavoro, mi dice che io non sono capace e che non mi serve perché tanto provvede lui a me.
Sono i "10 campanelli d’allarme" da tenere ben presenti e da non sottovalutare per aiutare le donne a riconoscere potenziali situazioni e vissuti di violenza psicologica, economica e sociale. Quella psicologica è la forma di violenza più frequente e spesso la più difficile da riconoscere, perché alcuni gesti e comportamenti di prevaricazione e controllo nella nostra società e nel nostro immaginario vengono accettati, non sono riconosciuti come potenzialmente violenti e spesso vengono addirittura confusi con gesti di attenzione e di cura da parte del partner.
WeWorld e Lines collaborano già dal 2021 (con l'apertura di uno Spazio Donna a Bologna): ora confermano il loro impegno comune contro la violenza e in favore della parità di genere con l'inaugurazione di un nuovo Spazio Donna a Pescara. Salgono così a otto gli Spazi Donna WeWorld, centri diurni in cui le donne vengono accolte, anche con i loro bambini, sostenute e aiutate ad affrontare situazioni di fragilità, di disagio personale, familiare e socio-economico, con l'obiettivo di accompagnarle in un percorso di recupero della fiducia in sé stesse, della consapevolezza delle loro potenzialità e verso la graduale acquisizione dell'autonomia.
(Nella foto: uno Spazio Donna WeWorld)