Alunni di Napoli che fanno lezione per la strada, distanziati, dopo la chiusura delle scuole in Campania (foto Reuters).
(Foto Reuters sopra: giovani studenti in Kenya dopo la parziale riapertura delle scuole)
La condizione dei bambini in Italia ha subìto un preoccupante peggioramento. E’ l’allarme lanciato dal WeWorld Index 2020, il rapporto annuale che misura il livello di inclusione di donne e bambini in 172 Paesi del mondo attraverso 34 indicatori. Dal primo anno di pubblicazione del rapporto, nella lista degli Stati presi in esame il nostro Paese è regredito di ben 11 posizioni e di 10 punti. In Itaia, si legge nell’Index, la spesa per l’educazione è tra le più basse in Europa, mentre nel mondo, siamo al 92esimo posto su 137 Paesi. L’Italia è 52esima su 149 Paesi per tassi d’iscrizione alla scuola primaria. Molto male anche sul fronte degli asili nido, ancora carenti: un problema che inevitabilmente si ripercuote sulle donne, madri, e sulla loro possibilità di entrare nel mondo del lavoro.
L’impatto negativo della pandemia è stato molto forte sull’istruzione: la didattica a distanza ha acuito le disuguaglianze socio-economiche. Secondo l’Index, in Italia il 23,9% delle famiglie non ha accesso a Internet e il 12,3% dei bambini tra i 6 e i 17 anni non ha un computer o un tablet a casa. Quasi il 70% dei ragazzi seguiti dai porgetti di WeWorld nelle periferie non hanno connessione Internet e strumenti informatici. Così WeWorld ha attivato una linea telefonica di supporto per bambini e famiglie, per continuare a seguirli e affiancarli sfruttando le altre forme di comunicazione come le telefonate e Whatsapp.
Molto meglio, invece, i dati del nostro Paese che riguardano la salute e l’educazione delle donne: siamo 47esimi su 127 nazioni per numero di donne laureate sul totale dei laureati. Bene ma non benissimo: la strada dell’uguaglianza e delle pari opportunità è ancora lunga. Le disparità di genere infatti aumentano quando si passa alla dimensione economica: siamo 131esimi su 175 per i tassi di disoccupazione femminile e 91esimi su 145 per differenziali di reddito rispetto agli uomini.
Non solo in Italia ma a livello globale, tra le disuguaglianze approfondite dall’emergenza sanitaria, la più evidente riguarda l’accesso all’istruzione: la chiusura dell scuole ha coinvolto il 91% della popolazione studentesca mondiale, più di un miliardo e mezzo di alunni. Il rapporto WeWorld 2020 evidenzia come la pandemia del Covid-19 abbia avuto un’influenza devastante dapperttutto. Alcune cifre esemplificative: a seguito dei mesi del lockdown, fino a 85 milioni di bambini in più sono a rischio di violenza fisica, sessuale o emotiva rispetto a prima dell’epidemia; oltre 11 milioni di ragazze potrebbero non tornare a scuola dopo la crisi del Covid-19, mettendole a rischio di gravidanza precoce, abusi e matrimonio forzato; durante il lockdown si è registrato un aumento del 25% della violenza contro le donne nei Paesi che hanno metodi di raccolta e segnalazione di questi dati.
Ma quali sono i Paesi dove donne e bambini vivono meglio? Al primo posto nella classifica si conferma la Norvegia, seguita da Finlandia, Islanda e Svezia. I Paesi dove le condizioni sono peggiori? Quelli africani della fascia del Sahel, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Yemen e Afghanistan. Fanalino di cosa, a chiusura della classifica, quest’anno è il Sud Sudan.