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martedì 28 marzo 2023
 
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L'appello di WeWorld: estendere i congedi parentali e di paternità per aiutare le donne

16/04/2021  La Ong lancia una serie di proposte concrete per promuovere la piena occupazione femminile in Italia, fortemente colpita dalla pandemia, aiutando le madri lavoratrici

(Foto Ansa)

Per le donne, madri e lavoratrici la vita in Italia è complicata. E nel periodo della pandemia lo è diventata ancora di più. Un'indagine pubblicata dalla Ong WeWorld a marzo scorso ha messo in evidenza come le donne con figli e, in particolare, le disoccupate con figli sono le principali vittime della crisi sanitaria. A marzo del 2020 il 60% delle donne intervistate per il rapporto avevano dichiarato di occuparsi da sole della cura di figli, anziani e disabili, contro il 21% degli uomini. Solo nel mese di dicembre 2020 Istat (2021) ha riportato un calo dell’occupazione femminile di 99mila unità. In un confronto tra il secondo trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2020 - si legge nel rapporto - 470.000 lavoratrici hanno perso l’impiego su un totale di 841.000 posti di lavoro persi. Su 100 posti persi, il 55,9% apparteneva a una donna.

La pandemia è intervenuta ad aggravare una situazione già molto critica, in cui solo una donna su due lavora e i figli sembrano rappresentare un ostacolo alla piena occupazione femminile, con l'11% delle madri che non ha mai lavorato e un tasso di abbandono del lavoro dopo la nascita dei figli che va dall'11% per le donne che hanno un solo figlio, al 17% per quelle che ne hanno due, al 19% per chi ha ne tre o di più. Dopo la nascita di un figlio, secondo il rapporto di WeWorld, le madri perdono il 53% del loro stipendio nel lungo periodo. Dall'indagine emerge inoltre che solo il 21% dei congedi parentali viene richiesto dai padri, a fronte del 79% dei congedi richiesti dalle madri. A ostacolare l'occupazione femminile si aggiungono altre problematiche, a partire dal una mentalità patriarcale ancora profondamente radicata e diffusa che confersice alle donne il ruolo di caregiver, addette alla cura e all'accudimento.

E' dunque urgente un cambio di passo per promuovere e sostenere l'occupazione femminile in Italia. E' il messaggio contenuto nel Policy Brief di WeWorld Promuovere l’empowerment economico femminile attraverso i congedi di paternità e i congedi parentali per i padri”, che analizza la situazione italiana dei congedi di paternità (congedo riservato ai padri dipendenti al momento della nascita del figlio) e parentali (congedo per la cura dei figli fino al dodicesimo anno di età).

La Ong avanza le seguenti tre proposte (in vista della presentazione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza):

Estendere la durata del congedo obbligatorio di paternità̀ retribuito all’80% da 10 giorni a 3 mesi, per garantire la piena condivisione dei compiti di cura e accudimento del/la nuovo/a nato/a. Il lavoratore può decidere, previa segnalazione al datore di lavoro, di utilizzare il congedo nella forma che più ritiene opportuna: ad esempio, 1 mese prima della data del parto e 2 dopo, o 3 mesi dopo. 

Introdurre un congedo parentale specifico per i padri e per le madri della durata di 5 mesi retribuito all’80%, riconosciuto come diritto autonomo quindi non cedibile all’altro genitore e utilizzabile fino ai 12 anni di vita del figlio. Ciò significa delineare una netta separazione tra congedo parentale per le madri (5 mesi) e congedo parentale per i padri (5 mesi). Per questo congedo, WeWorld propone una copertura dell’80% dello stipendio, che andrebbe a incentivarne l’utilizzo, finora scarso da parte dei padri. 

Estendere i congedi a tutti i lavoratori, non solo ai dipendenti ma anche ai lavoratori autonomi di ogni tipo e ai lavoratori dipendenti nel pubblico impiego, per superare l’ingiusta discriminazione che al momento permette solo ai lavoratori dipendenti di usufruire del congedo. 

«La fuoriuscita seppur temporanea delle donne dal mercato del lavoro incide sulle possibilità di carriera, sugli stipendi, la formazione permanente», commenta Elena Caneva, coordinatrice del Centro Studi di WeWorld. «Il potenziamento dei congedi di paternità̀ e parentali porterebbe benefici considerevoli anche per la salute della madre, dei figli e del padre stesso. Creare un congedo parentale per i padri, in particolare, non solo avrebbe una ricaduta immediata in termini di conciliazione e condivisione, ma l’avrebbe anche in termini di occupazione femminile».

 

 

 

 
 
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