Duemila donne da 50 Paesi diversi. Duemila volti che rappresentano un mosaico composto da una miriade di storie, valori, culture. Nel documentario Woman Anastasia Mikova, regista franco-ucraina, e il famoso fotografo, giornalista, ambientalista e regista francese Yann Arthus-Bertrand raccontano l'universo femminile in tutte le sue sfaccettature in un viaggio attraverso il mondo intero, dal Brasile alla Cina, dall'Irlanda alla Polinesia.
Davanti alla telecamera ogni donna parla di sé, mette a nudo il suo intimo, i suoi pensieri, rivela il proprio vissuto, la propria visione della vita, della maternità, del matrimonio, delle relazioni e della sessualità, dell'essere donna. Parla della fede, della professione, della sua storia familiare.
Dalla piaga dei matrimoni forzati, diffusa in numerosi Paesi, all'atroce pratica delle mutilazioni genitali femminili, ancora difficile da sradicare, che mette a rischio la salute e la vita di bambine e ragazze, dalla mancata parità di genere che penalizza le donne nel mondo del lavoro quando diventano madri all'istruzione troppo spesso negata alle ragazze, dalla violenza, lo sfregio, gli abusi all'interruzione di gravidanza, il documentario racconta - in alcuni casi in modo crudo ed esplicito - problematiche forti, difficili, dolorose. E lo fa con la neutralità dell'obiettivo, senza alcun giudizio o presa di posizione, lasciando semplicemente la parola alle donne, le protagoniste di questo ritratto corale, ciascuna di loro con la sua personale esperienza, la sua complessità, la sua fragilità.
In un mondo in cui l'uguaglianza e le pari opportunità non sono ancora traguardi raggiunti, Woman - presentanto alla Mostra del cinema di Venezia nel 2019 e uscito nelle sale cinematografiche il 2 marzo - celebra la forza, il coraggio e la determinazione delle donne nel cammino per affermare la loro dignità e i loro diritti.