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giovedì 08 giugno 2023
 
 

Xi Jinping signore e padrone della Cina

17/10/2022  In carica dal 2012 il presidente punta ad un inedito terzo mandato. L'economia rallenta, ma davanti al Congresso del Partito Comunista ribadisce la linea dura nei confronti di Taiwan.

Tanti uomini, poche donne, tutti con la mascherina, tanto colore rosso e la classica immutabile liturgia dei congressi dei grandi partiti comunisti diventati dittatura. Nessuna sorpresa dall’apertura del XX Congresso del Partito Comunista Cinese, nella Grande Sala del Popolo di Pechino. Per un’ora e cinquanta minuti il presidente Xi Jinping ha difeso il modo in cui il suo governo ha gestito le questioni più urgenti per il Paese - le misure contro la pandemia di Covid-19, la situazione di Hong Kong e Taiwan, la lotta alla corruzione - e ha promesso di lavorare alla "costruzione di un moderno Paese socialista" e di portare avanti la politica economica che ha permesso di raddoppiare il Pil cinese in un decennio.

“Da buon leninista”, ha scritto Le Monde, “Xi Jinping considera fondamentale controllare rigorosamente il partito per poter controllare il paese. Tutto segue. In meno di due ore Xi Jinping ha menzionato il Partito Comunista 142 volte e il socialismo ha avuto diritto a 81 citazioni. Si prevede che questa onnipresenza del PCC aumenterà ulteriormente nei prossimi cinque anni”. E nei prossimi cinque anni dovrebbe regnare sul partito e sulla Cina ancora Xi Jinping, che a 69 anni non intende lasciare il potere aggiungendo un terzo mandato ai due già accumulati a partire dal novembre del 2012. Un potere, il suo, sempre più simile a quello di Mao.

“Il Congresso del Partito cementerà  il trionfo politico di Xi”, scrive il Washington Post, “ma la profondità del suo controllo e del suo potere può fare ben poco per affrontare l'incertezza che deve affrontare la leadership comunista in patria e all’estero”. In questo momento il punto debole della Cina è l’economia, che rallenta sia per gli effetti della pandemia provocata dal COVIS sia per le iniziative del regime tese a contenere l’iniziativa privata. Non è un caso che sia stata  ritardata all'ultimo minuto la pubblicazione dei dati economici del terzo trimestre, compreso il tasso di crescita del prodotto interno lordo.

Come scrive il Financial Times, “i dati economici avrebbero dovuto evidenziare le continue debolezze economiche della Cina, tra cui un peggioramento della crisi immobiliare e l'impatto delle rigide politiche zero-Covid che quest'anno hanno bloccato dozzine di grandi città, soffocato i consumi e di fatto chiuso il Paese dal resto del mondo .Gli economisti intervistati da Bloomberg avevano previsto una crescita del PIL del 3,3 per cento su base annua nel terzo trimestre, rispetto a un obiettivo di crescita del 5,5% per l'intero anno che era già il più basso degli ultimi tre decenni”.

Xi Jinping ha calcato la mano soprattutto sulla questione di Taiwan, tornata centrale dopo le recenti tensioni con gli Stati Uniti. Sono trascorsi appena due mesi dalla controversa visita della presidente della Camera Usa Nancy Pelosi che ha fatto infuriare Pechino fino al punto di dare vita a manovre militari senza precedenti intorno all'isola.

"Insistiamo sulla prospettiva di una riunificazione pacifica con la massima sincerità e i nostri migliori sforzi, ma noi non prometteremo mai di rinunciare all'uso della forza e ci riserveremo di prendere tutte le misure necessarie”, ha detto io leader cinese. “Perché”, ha assicurato, "la riunificazione completa della nostra madrepatria deve essere realizzata e sarà sicuramente realizzata”.

Xi Jinping ha rivendicato della politica adottata anche nei riguardi dell’ex colonia britannica di Hong Kong. Per il presidente cinese, Hong Kong "è passata dal caos alla stabilità", mettendo l'amministrazione della città "nelle mani dei patrioti". Nessun commento, invece, sulla guerra in Ucraina e sui rapporti con la Russia.” La Cina”, osserva la sinologa Giada Messetti, “continuerà a comportarsi in questo modo: da un lato non va in soccorso della Russia ma dall'altro non la molla perché la Russia le serve in funzione di contrapposizione a Stati Uniti e Nato”.

 
 
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