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giovedì 19 settembre 2024
 
 

Yara, decisivo il Dna. Cos'è e come funziona il test

17/06/2014  Dalla Bergamasca alla Puglia fino in Francia. Oltre 18mila campioni genetici prelevati e un lavoro paziente di analisi e incroci. Per dare un nome e un volto a "Ignoto 1". Dall'identificazione delle tracce all'esame fino al confronto con gli altri campioni

Yara Gambirasio scomparve il 26 novembre 2010 da Brembate di Sopra e ritrovata senza vita tre mesi dopo a Chignolo d'Isola
Yara Gambirasio scomparve il 26 novembre 2010 da Brembate di Sopra e ritrovata senza vita tre mesi dopo a Chignolo d'Isola

Sono andati in Puglia, terra d'origine dei parenti della madre di Yara. Poi Oltralpe per fare un test su un uomo accusato di pedofilia in Francia. Infine, nelle valli bergamasche dove una parte della popolazione locale si è presentata spontaneamente per il prelievo del Dna. In totale, oltre 18mila campioni genetici prelevati e passati ai raggi X. Punto di partenza: le tracce biologiche trovate sui leggings di Yara Gambirasio. Punto d'arrivo, dopo migliaia di esami genetici e incroci di campioni: Giuseppe Guerinoni, autista di autobus di Gorno morto nel gennaio 1999 all'età di 61 anni la cui salma è stata riesumata per permettere agli inquirenti lo screening decisivo.
Emerge che “Ignoto 1”, com'era stato ribattezzato nei corridoi della Procura di Bergamo, era figlio illegittimo di Guerinoni. I Dna dei due coincidono al 99,99999987%. Ai profani questa sfilza di numeri dice poco o nulla. Per gli agenti della Scientifica e i Ros dei carabinieri che hanno indagato è la formula che potrebbe risolvere il delitto di Yara Gambirasio. Ma su “Ignoto 1” sembrava aleggiare una maledizione. Di lui si conosceva il patrimonio genetico e i legami di sangue, non l'essenziale: il nome e il volto. Sembrava che quella valanga di esami genetici fino a quello, decisivo, di «paternità provata» sulle spoglie dell’autista di Gorno, non dovesse mai incrociare la via crucis della famiglia Gambirasio in attesa di giustizia. Fino a lunedì scorso quando il cerchio attorno a “Ignoto 1” si chiude. È Massimo Giuseppe Bossetti, muratore di Mapello, 44 anni, incensurato, sposato e padre di tre figli. Per i pm c'è «sostanziale e assoluta compatibilità» tra il Dna di quest'uomo e quello ritrovato sui leggins di Yara.

Ma cos'è il test del Dna? E come funziona?

IL TEST -  Si tratta di una tecnica che permette di accertare l’appartenenza ad una persona di tracce anonime di tessuti o liquidi biologici. Per questo è il test di riferimento per ricostruire relazioni di parentela o per identificare il colpevole di una violenza o di un omicidio, come nel caso di un delitto. Il tempo necessario per la risposta in seguito al test del Dna varia da ore a giorni: tutto dipende dalle condizioni in cui si trovano le tracce organiche da analizzare. Se il Dna si può estrarre facilmente, è abbondante e di buona qualità, rilevano gli esperti, l’analisi in sé dura tre o quattro ore. Estrarre il Dna da tracce deteriorate e purificarlo può invece richiedere anche giorni.

IL PROCEDIMENTO

1) Identificare le tracce. Il primo passo del test consiste nell’andare in cerca e identificare tracce organiche come capelli, frammenti di pelle o di unghie, sangue, saliva, liquido seminale.

2) Estrazione del Dna. È la procedura che consiste nell’estrarre e prelevare le cellule dai campioni biologici. Da queste viene poi isolato il Dna. Questa operazione può richiedere qualche giorno se le tracce organiche sono vecchie o deteriorate.

3) Analisi. Il Dna così prelevato viene copiato numerose volte per rendere l’esame più completo e preciso. Questo è possibile grazie a una tecnica chiamata reazione a catena delle polimerasi (Pcr). A questo punto si procede all’analisi vera e propria, eseguita con una procedura completamente automatica e validata a livello internazionale, che richiede poche ore. Si passa in rassegna un limitato numero di settori (chiamati loci) del Dna, che corrispondono a particolari geni. Attualmente il materiale genetico isolato dai frammenti biologici viene amplificato e sequenziato in modo da ottenere 16 frammenti di riferimento.

4) Profilo genetico. Emerge dai 16 frammenti di riferimento e mette in risalto gli elementi del Dna che cambiano da persona a persona (polimorfismi), come delle impronte digitali genetiche. 5) Confronto. Il profilo genetico ottenuto dal Dna estratto dalle tracce viene confrontato con quella dello persona sospetta. Se i frammenti delle due sequenze corrispondono, allora ci sono altissime probabilità che i due campioni appartengano allo stesso individuo.

 
 
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