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giovedì 01 giugno 2023
 
 

Yemen allo stremo dopo 7 anni di guerra

16/02/2022  "La popolazione vive in condizioni drammatiche", denuncia Medici Senza Frontiere. Gli sfollati interni sono ormai 4 milioni. Donne e bambini sono i più vulnerabili.

A metà marzo lo Yemen entrerà nel suo settimo anno di guerra e le conseguenze del conflitto sulla popolazione sono sempre più pesanti.

"Lo Yemen sta vivendo una delle peggiori crisi sanitarie”,denuncia di Federica Ferraresi, capo missione di Medici Senza Frontiere (Msf). “La popolazione vive in condizioni drammatiche, non ha autonomia di sopravvivenza e per vivere ha bisogno degli aiuti umanitari. Mancano acqua, gas, elettricità e carburante. Gran parte delle infrastrutture sono danneggiate e non più funzionanti”.

Le origini del conflitto risalgono al 2014 quando i ribelli Ḥouthī (un movimento anti-governativo sciita) prendono il controllo della capitale Sana’a. Di fronte alla loro avanzata, nel marzo del 2105 l’Arabia Saudita si mette alla testa di una vasta coalizione militare, formata da Egitto, Senegal, Giordania, Sudan, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Pakistan. Nelle ultime settimane il conflitto ha avuto una escalation, con attacchi da parte di droni contro gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita.

Gli sfollati interni sono 4 milioni e un milione di loro vive nel governatorato di Marib. Sono persone che in sette anni si sono spostate più volte seguendo la linea del fronte. Donne e bambini sono gli sfollati più vulnerabili, bisognosi di cure mediche e di assistenza umanitaria. Msf registra anche un forte aumento dei disturbi psicologici, specialmente nei bambini.

"Circa il 50 per cento delle strutture sanitarie non sono funzionanti, i servizi che vengono erogati sono carenti e il personale medico non riceve gli stipendi. Chi può si fa curare a pagamento, ormai curarsi in Yemen oramai è diventato un lusso”, aggiunge Ferraresi.

La capo missione di Msf spiega che cibo nei mercati se ne trova, ma i prezzi dei generi alimentari sono troppi alti a causa dell’inflazione altissima, “che ha raggiunto livelli inaccettabili”.

Msf ha iniziato a lavorare in Yemen nel 1986 e dal 2007 è presente stabilmente nel paese. I suoi team lavorano in 12 ospedali e sono impegnati anche in ambulatori e cliniche mobili. “Si lavora un un contesto di grande insicurezza, con grande difficoltà per i nostri spostamenti”, spiega Enrico Nessi, medico a Marib.

Roberto Scaini, che ha partecipato a sei missioni di Msf in Yemen, constata che il paese soffriva di grandi fragilità, come la malnutrizione, ancora prima del conflitto esploso nel 2015. “Non è cambiato niente, ma è peggiorato tutto”, conclude.

 

 
 
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