Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 08 ottobre 2024
 
 

Yemen, un massacro da premio Oscar

02/02/2014  Il 18 marzo 2011 il dittatore Saleh fece uccidere 55 giovani che chiedevano libertà. Ora quel giorno diventa film e concorre agli Oscar.

Il memoriale ai giovani yemeniti uccisi in piazza Karama
Il memoriale ai giovani yemeniti uccisi in piazza Karama

Teniamo d'occhio la serata degli Oscar, il 2 marzo. Tra divi, lustrini e kolossal potrebbe spuntare un piccolo ma storico evento: il primo Oscar a un film dello Yemen. In lizza tra i cortometraggi, infatti, c'è anche Karama has no walls, girato dalla regista Sara Ishaq.

Karama vuol dire "dignità" ed era il nome della piazza in cui i giovani yemeniti si riunivano per contestare il regime del dittatore Ali Abdullah Saleh, presidente (prima del Nord e poi dell'intero Paese riunificato) dal 1978 al 2012. Un giorno, per impedire le proteste, Saleh fece costruire un muro che bloccava l'ingresso alla piazza. E il 18 marzo 2011, dopo la preghiera del venerdì, le sue guardie cominciarono a sparare sui giovani che si erano ugualmente riuniti davanti al muro.

Quel giorno, però, avvenne una cosa bellissima e folle: dopo i primi spari e i primi caduti, i giovani, invece di fuggire, si lanciarono contro il muro, incuranti delle fucilate,e e cominciarono ad abbatterlo pietra dopo pietra. Alla fine della giornata si contarono 55 morti. Ma quel sacrificio fece anche crollare il regime di Saleh, che poco dopo fu sostituito grazie a un accordo internazionale. 

Ecco perché il film, che racconta quella giornata di sangue in 30 minuti, si intitola "Karama non ha muri". Da allora sono passati quasi tre anni e gli yemeniti non sono certo entusiasti del regime di Abed Rabbo Mansour Hadi, che era il vice di Saleh e che, dopo la sua caduta, è stato prima presidente ad interim e poi presidente eletto in un'elezione con un solo candidato, lui. Gli autori del massacro di piazza Karama sono tuttora impuniti: Hadi ha creato una commissione d'inchiesta ma ha finora "dimenticato" di nominarne i membri. Anzi, Hassab Addollah, l'avvocato di un gruppo di parenti delle vittime che aveva cercato di portare in tribunale Saleh e dieci suoi collaboratori, è stato assassinato nel 2012. Ma questa è un'altra storia.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo