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Non hanno vergogna di mostrare la propria fede verso Dio. Anzi, ci mettono la faccia. Sono le oltre 4 mila persone che ogni lunedì si connettono a YouTube da ogni parte d’Italia per partecipare alla ‘Scuola di Evangelizzazione della Diocesi di Napoli’ curata da Don Michele Madonna, responsabile dell’ufficio nuove forme di evangelizzazione della diocesi di Napoli e parroco della chiesa dedicata a Santa Maria a Montesanto a ridosso del centro della città. Con lui evangelizzare non crea remore e contagiare l’amore per Cristo è un processo naturale e spontaneo che si è adattato a questo tempo fin troppo moderno. Un tempo dove i media, la Tv ed i social possono essere uno strumento importante. È così che le famiglie di tutta Italia hanno scelto di seguire don Michele a Napoli.
Da Milano a Palermo, le omelie di don Michele sono diventante messaggi virali in gruppi WhatsApp e Telegram e video nella pagina Facebook (La risposta di Dio - Don Michele Madonna) seguita da oltre 30 mila fedeli. Una lettura che ha inevitabilmente portato i fedeli ad aver voglia di approfondire, di conoscere e soprattutto di partecipare. Accade così che al primo incontro in streaming don Michele abbia registrato oltre 4 mila visualizzazioni sul canale YouTube Don Michele Madonna che conta quasi 25 mila iscritti. Visualizzazioni che poi alla fine del percorso si trasformano in presenze reali al punto tale che don Michele - così come è accaduto negli anni precedenti - ha affittato una tendostruttura nella zona di Fuorigrotta che può ospitare fino a 10 mila persone. Una fotografia che riesce a dare la misura di ciò che ha creato il sacerdote evangelizzatore. La scuola di evangelizzazione è nata negli anni scorsi molto prima della pandemia, gli incontri si svolgevano in presenza dove l’interazione era un perno attorno a cui si parlava del Vangelo. “Ma sono arrivate richieste da centinaia di fedeli e poiché erano così profonde, non potevo dire no a Dio e a chi vuol conoscerlo”.
Ad avere remore è proprio Don Michele. Una sensibilità che quasi diventa vergogna davanti a una popolarità che non si sposa con l'umiltà, con il suo fare spontaneo e quasi dimesso tanto è semplice. Parla piano, come a voler pesare le parole per non apparire come un influencer della parola di Dio. Lui, che prima della vocazione lavorava come dj nei locali della movida, conosce bene quella sensazione di essere sulla cresta dell’onda. “Ma qui non si tratta di avere successo, semplicemente di parlare all’altro di Gesù - spiega Don Michele - gli incontri sono improntati sulla gioia, sulla condivisione, il nostro obiettivo è far conoscere Gesù vivo reale e farlo entrare nelle case attraverso una predicazione molto forte basata sui brani del Vangelo della domenica successiva”. Come il televisore negli anni ’70 il pc o del tablet diventa il mezzo attorno a cui la famiglia o i membri della parrocchia si riuniscono e si preparano sulle letture “è il popolo di Dio che va verso la Domenica che è Gesù ed è bellissimo vedere che si moltiplicano come cellule, se arrivano a 14 membri, infatti, nasce un nuovo gruppo” spiega don Michele che è sempre andato in contro alla sua comunità intercettando tutte le pecorelle. Una comunità che Don Michele conosce bene. “Ho accettato la richiesta della scuola in streaming ma solo per chi vive lontano da Napoli” e proprio come desiderava il sacerdote i napoletani non si sono fatti attendere. Soprattutto i bambini e i giovanissimi che accolgono chi arriva. “Con internet si entra nelle case dove magari si è appena conclusa la cena e con la presenza invece si entra in chiesa dove molti portano la loro vita diventando un esempio di evangelizzazione, l’appuntamento, infatti, è a fine giornata alle 20.30 così molti entrano ancora indossando gli abiti del lavoro”. All’ingresso della chiesa vengono accolti con segni precisi: canti, balli e drammatizzazioni da parte dei ragazzi che rappresentano con drammatizzazioni ciò di cui si è parlato la settimana precedente.
Grazie all’aiuto, indispensabile, di molti laici, don Michele introduce la comunità in una nuova catechesi dove sempre i giovani mettono in scena ciò che oggi sta vivendo l’essere umano e cosa Gesù può fare nella sua vita. La preghiera, poi l’eucarestia, l’adorazione ed il momento in cui don Michele predica. “C’è tanta partecipazione - conclude Don Michele - e terminiamo sempre con un simbolo importante ad esempio abbiamo creato una croce grande dove ognuno doveva inchiodare con tanto di chiodi e martello il proprio peccato oppure abbiamo scritto su dei fogli ci qualcosa della propria vita che non si vorrebbe cambiare e ognuno poi doveva strapparlo davanti a Gesù per fare la sua volontà, non la propria”. La strada o il web per don Michele non fa differenza, in strada, infatti, non manca di incontrare le persone e confessarle. La sua voglia di evangelizzare non ha confini e così dopo il Sudamerica, la prossima tappa è Miami. È li che un gruppo di giovani l’hanno invitato per una sessione intensiva di evangelizzazione.