«Grazie della visita», «Per me è un onore». Le prime parole di Papa Francesco e del presidente Zelensky il Pontefice e il leader ucraino se le scambiano sulla porta dell’auletta Paolo VI. Bergoglio è in piedi, appoggiato al bastone. Zelensky appoggia la mano sul cuore e china la testa. Poi 40 minuti di colloquio riservatissimo alla presenza del solo francescano ucraino fra Marek Viktor Gongalo. Tra le cose rese note lo scambio dei doni. Il Pontefice ha regalato una scultura raffigurante un ramoscello d’ulivo, simbolo di pace, il Messaggio per la Pace di quest'anno, il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev e il volume "Un'Enciclica sulla pace in Ucraina". Zelesky, invece, ha donato al Papa un quadro intitolato "Perdita", sull'uccisione dei bambini durante il conflitto.
I due si erano già incontrati appena prima dell’invasione russa, nel febbraio del 2022.
La sala stampa vaticana fa sapere che «i temi del colloquio sono riferibili alla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina provocata dalla guerra in corso. Il Papa ha assicurato la sua preghiera costante, testimoniata dai suoi tanti appelli pubblici e dall’invocazione continua al Signore per la pace, fin dal febbraio dello scorso anno. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di continuare gli sforzi umanitari a sostegno della popolazione. Il Papa ha sottolineato in particolare la necessità urgente di "gesti di umanità” nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto».