Scherza anche su Famiglia cristiana: «Non vi ho messo nella rassegna (ta) stampa, né Famiglia cristiana né Avvenire per non inimicarmi la Santa Sede». Tra le pagine, invece, “Il resto di Caino”, “Sorrisi e spintoni”, “Le Sòle 24 ore”…. Renato Zero mischia serio e faceto per aprire uno sguardo sul mondo. È un’opera potente quella che ha portato giro lo scorso anno e che dal 19 al 21 marzo sarà proiettata in oltre 300 sale cinematografiche italiane. “Zerovskij, solo per amore”, scritto ideato e diretto da Renato Zero con la sceneggiatura e l’aiuto alla regia di Vincenzo Incenzo, è un esperimento riuscito di musica e teatro. Sul palco 120 artisti, tra orchestra, ballerini, attori e «altrettante le persone che hanno lavorato alla logistica, agli allestimenti. Il tour dal quale ho guadagnato di meno nonostante il tutto esaurito, perché se uno vuole la qualità qualcosa deve lasciarla sul piatto. Però poi c’è la soddisfazione di vedere dove siamo arrivati», spiega Renato Zero.
Lascia il solco sicuro dei grandi successi - «vivere di rendita non è mai stata la mia ambizione» - per allestire uno spettacolo in cui i protagonisti sono Odio e Amore, Vita e Morte, Tempo, Adamo ed Eva, Enne Enne. Nella stazione Terra i personaggi si intrecciano come si intrecciano i sentimenti, Amore sulla sedia a rotelle, ridotto alla paralisi dagli eventi del mondo, Odio che vanta per se di essere il collante di popoli e nazioni, Eva, martirizzata da Adamo e dalla Vita… La voce di Dio, interpretata da Pino Insegno, apre e chiude l’opera mentre si alternano, dagli altoparlanti della stazione gli annunci dei falsi dei. «A Verona non è piovuto nonostante fosse previsto per tutti i miei concerti. Ho fatto una tale sponsorizzazione a Dio che doveva pur ricambiare in qualche modo», scherza ancora.
Ed è proprio la registrazione di Verona che gli spettatori vedranno sul grande schermo. Due ore e 23 minuti tutti da gustare e meditare. La voce di “Dio” assegnata a Pino Insegno e Gigi Proietti nei panni del Barbone dinamitardo”Si può dire che quello che Zero stesso ha definito «il progetto più ambizioso di tutta la mia carriera» sia davvero riuscito.