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mercoledì 11 settembre 2024
 
 

Zoom sull'immigrazione

03/08/2012  L'Istat ha diffuso di recente i dati sugli immigrati: sono 3,6 milioni i regolari in Italia. Flash anche sulla situazione dei minori, l'anello debole della catena.

3,6 milioni sono gli immigrati regolarmente presenti in Italia rilevati dall’indagine Istat al 1’ gennaio 2012. L’aumento dallo scorso anno è stato di 102.000 unità ed i paesi di appartenenza più rappresentati nelle richieste sono Marocco (506.369), Albania (491.495), Cina (277.570), Ucraina (223.782) e Filippine (152.382). E’ aumentata anche la percentuale dei minori non comunitari, che è passata dal 21,5% al 23,9%. Continua a crescere anche la quota di soggiornanti di lungo periodo, particolarmente elevata nelle regioni del Centro-Nord: nel 2011 erano 1.638.734, nel 2012 sono 1.896.223. Un dato da segnalare: diminuiscono gli  ingressi di cittadini stranieri non comunitari, quasi il 40% in meno rispetto all'anno precedente. E si riducono notevolmente i nuovi permessi rilasciati per lavoro (oltre il 65% in meno), mentre si contraggono, anche se in misura minore (21,2%), le nuove concessioni per famiglia. Viceversa, crescono i permessi rilasciati per asilo e motivi umanitari che passano da 10.336 nel 2010 a 42.672 nel 2011, per il 50% rilasciati a cittadini provenienti dalla Tunisia (27,5%), Nigeria (16,3%) e Ghana (7,4%).

Per quanto riguarda il comportamento degli stranieri una volta entrati nel nostro paese, il 67% dei cittadini entrati nel 2007 sono ancora regolarmente presenti a gennaio del 2012. E si fermano soprattutto nella provincia di Bolzano (trattiene il 94,6% dei cittadini non comunitari che avevano ottenuto un permesso nella provincia nel 2007), Genova (90,3%), Aosta (90,1%), Imperia (89,9%) e Trento (89,4%); tra le prime dieci ci sono anche Milano (88,5%) e Roma (87,5%), mentre al Sud mediamente trascorrono meno tempo. E quanti sono, invece, gli immigrati che soggiornano in Italia senza un regolare permesso di soggiorno? Mezzo milione, secondo le stime di più fonti. E rispetto a dieci anni fa sono dimezzati: secondo il quarto Rapporto dello European Migration Network, curato da Idos e dal Ministero dell'Interno, dal 2002 all'inizio del 2011 sono passati da un milione a circa 500 mila unità. E’ inoltre diminuito, nell'ultimo decennio, il numero delle persone respinte alle frontiere italiane (da 30.287 nel 2001 a 4.215 nel 2010) e anche delle persone espulse (da 90.160 a 46.955). Cifre che coincidono con quelle del Dossier statistico Caritas/Migrantes. I motivi di questo netto calo sono riconducibili al concomitante effetto delle modifiche normative degli ultimi anni e della crisi economica. E va sottolineato che, nella maggior parte dei casi, l’irregolarità deriva non dall'ingresso in Italia senza autorizzazione bensì alla permanenza che si protrae oltre i tre mesi concessi dal visto di ingresso in Italia per motivi turistici. Visti che negli ultimi dieci anni sono invece aumentati: oltre un milione e mezzo quelli rilasciati nel 2010 dall'Italia (+63% rispetto al 2001), e un milione e 700 mila nel 2011 (+11%). E la maggior parte delle richieste provengono dai Paesi a più forte crescita, cioè India, Cina e Russia.

Sul fronte delle problematiche legate all’immigrazione dei minori, è da ricordare il forte impegno dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) che ha appena presentato i risultati del progetto transnazionale “Protecting Children On The Move”, finanziato dal Fondo Europeo per i Rifugiati della Commissione europea, finalizzato a migliorare le condizioni di protezione dei minori stranieri non accompagnati che spesso non usufruiscono dei meccanismi di tutela previsti dai sistemi nazionali e, pertanto, rimangono esposti ai rischi di violenza e abusi. Le organizzazioni coinvolte nel progetto hanno incontrato, durante il periodo agosto 2011 - luglio 2012, 1.217 minori stranieri non accompagnati nelle città di Patrasso, Roma e Calais. I ragazzi che sono stati assistiti sono prevalentemente di origine afghana, di sesso maschile e di età compresa fra i 15 ed i 18 anni, anche se sono stati riportati casi di minori più piccoli, fino ai 9 anni di età. Sono stati offerti servizi di vario tipo, dall’assistenza materiale a quella sanitaria, sessioni informative sui diritti e servizi di protezione offerti a livello nazionale, distribuzione di materiale informativo prodotto nel corso del progetto, comunicazione con le proprie famiglie, consulenza e supporto legale e attività ricreative.  

 
 
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