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venerdì 04 ottobre 2024
 

La Chiesa e i giovani del Maranhão

 Mentre il carnevale della Coppa galoppa verso le fasi finali, una folla silenziosa di ragazze e ragazzi dello Stato brasiliano del Maranhão ha già cambiato canale. E ha alzato le antenne in direzione di Balsas, la città dove si svolgerà l’ottavo Pellegrinaggio Regionale della Gioventù il prossimo 16 e 17 agosto. Un evento lanciato per la prima volta nel 1992 dalla Chiesa locale e che vede la partecipazione di migliaia di persone.   Nei giorni scorsi è stato diffuso il sussidio di preparazione all’incontro, che quest’anno avrà come focus la lotta alla violenza e allo sterminio di giovani. Un tema di (triste) attualità in questa parte del mondo. Dove “non esiste una politica penitenziaria, né l’intenzione dello Stato di recuperare i detenuti”, che “oggi sono 500 mila, la quarta maggiore popolazione carceraria al mondo”, come si legge nel testo della Pastorale della Gioventù.  

Da queste parti fede e politica sono concepite come una cosa sola. E così gli organizzatori sottolineano che “la violenza deve essere compresa e combattuta a partire dalle sue cause strutturali, dalle sue radici profonde, tra le quali si trova la diseguaglianza sociale”. E i giovani si stanno preparando al Pellegrinaggio discutendo anche sulle storture della attuale crescita economica.   In Brasile “al 10 per cento più ricco della popolazione fa capo il 41,5 per cento della ricchezza nazionale, mentre il 50 per cento più povero vive con meno di 375 reais al mese”, circa 120 euro. E nel Maranhão la situazione è ancora più grave, tanto che dei 6,5 milioni di abitanti, 1,7 milioni si trovano sotto la soglia di povertà. E scorrendo l’elenco dei 50 comuni più poveri della nazione – sottolineano ancora gli organizzatori dell’evento - 32 si trovano proprio in questo Stato.   Spenti i fari della Coppa, pare di capire, questo Paese avrà tanto da lavorare sui temi della giustizia e della diseguaglianza sociale. I ragazzi della Pastorale della Gioventù si stanno già preparando sull’argomento. E il resto della nazione dirà cosa ne pensa in ottobre, quando si andrà alle urne. I politici sono avvisati.


29 giugno 2014

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