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venerdì 04 ottobre 2024
 
Libri mondiali Aggiornamenti rss Paolo Perazzolo
Responsabile del desk Cultura e spettacoli

Bravo Neymar, però ricordate il dottor Socrates?

Socrates (1954-2011).
Socrates (1954-2011).

Bravo Neymar, niente da dire. Il primo gol, quello del pareggio con la Croazia, nella partita di ieri sera, lo può realizzare solo un fuoriclasse. Un predestinato, non c'è dubbio (lasciamo perdere la mancata espulsione e il non-rigore, tirato pure male...). Però ricordare Socrates? Qualche indizio per i distratti: segnò a Zoff nell'indimenticabile partita dell'82; aveva un portamento che, più che a un atleta, faceva pensare a un cavaliere d'altri tempi finito in campo chissà come; era elegante, alto, magro, veloce, signorile... Era un dottore, un medico, e per i casi della vita si trovò a recitare la parte del grande calciatore e... del Che Guevara del calcio.

Ecco il punto: sportivamente parlando, magari Neymar e Socrates se la giocano, anche se è difficile istituire paragoni, vista la rapidità con cui il calcio cambia. Se il discorso però si sposta sul piano umano, sociale, politico, non c'è proprio partita. Per rievocare la straordinaria storia di questo uomo, leggete Compagni di stadio. Socrates e la democrazia corinthiana (Fandango), scritto dalla giornalista e corinthiana militante Solange Cavalcante.

Neymar e l'emblema del calciatore di oggi, campione sportivo strapagato (quanti brasiliani poveri potrebbe sfamare con il suo ingaggio?) e icona commerciale. Socrates, invece...

Negli anni tristi e duri della lunga dittatura  militare brasiliana, una squadra di calcio ispirò un’intera nazione e contribuì al ritorno della democrazia e della libertà. Un’ingenua Comune, una repubblica democratica o soviet calcistico fiorì e prosperò in Brasile nello Sport Club Corinthians Paulista tra il 1981 e il 1985. Nello stesso popolarissimo club il destino riunì un dirigente sociologo, un terzino sindacalista, un centravanti ribelle e un attaccante dal nome di filosofo, laureato in Medicina, Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, per il mondo intero semplicemente Sócrates.

A loro si unirono un geniale pubblicitario, i compagni di gioco, di lotta, di vita, di stadio e il popolo brasiliano. Nelle stagioni 1982/83 il Corinthians di San Paolo vinse il campionato con la parola “Democracia” stampata sulle magliette. Una vittoria che, per Sócrates, fu “probabilmente il momento più perfetto della vita”.

Era il punto di arrivo di una battaglia iniziata con la Democrazia Corinthiana, il tentativo di trasformare l’autoritarismo con cui si gestivano le squadre di calcio in un sistema in cui tutti, dai massaggiatori alle riserve, condividevano le decisioni attraverso il voto: salari, contratti, cessioni e nuovi acquisti, arrivando addirittura a mettere in discussione il tabù dei ritiri prima delle partite.

Ecco chi fu Socrates: medico, calciatore, politico. Simbolo di un calcio diverso. Un prototitpo di calciatore (e prima di uomo) lontano anni luce dai giocatori di oggi, anche da quelli bravi come Neymar.

Socrates batte Neymar 3-1.


13 giugno 2014

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