TeleMondiali Aggiornamenti rss Marco Deriu Giornalista e docente di Teoria e tecnica dei media all'Università Cattolica Le furie rosse... di rabbia 0 0 0 Invia ad un amico Riduci carattere Ingrandisci carattere Stampa la pagina E chi l’avrebbe mai detto - alla vigilia - che la Spagna, squadra campione del mondo e d’Europa, sarebbe uscita subito subito dal Mondiale brasiliano? Pochi. O forse no… In fondo, come anche le vicende degli azzurri ci hanno insegnato negli ultimi lustri, anche il calcio ha i suoi cicli storici e non basta avere squadre di club in finale nelle principali competizioni europee per potersi considerare (sempre) favoriti a livello globale. Vicenda sportiva a parte, la telecronaca di Cile-Spagna (2-0) ha consegnato ai nostri occhi l’immagine di una squadra “asfaltata” per la seconda volta nel giro di pochi giorni da una rivale, dopo il le 5 reti subite nella partita d’esordio contro l’Olanda. Del resto, il biglietto da visita del match parlava chiaro: dopo un solo minuto di gioco il tiro di Vargas ha messo i brividi a Casillas e ha fatto gridare al gol noi spettatori, sorpresi tanto dalla repentinità dell’azione quanto dalla pronta reazione di Alba, che ha salvato la porta spagnola. Nel replay, la faccia attonita del portiere Casillas sembrava già preannunciare a se stesso e al mondo la disfatta. Altrettanto emozionante, attraverso o sguardo multiplo delle telecamere, il salvataggio opposto di Bravo su Xabi Alonso, che – sempre nei minuti iniziali – aveva battuto a rete certo di segnare, approfittando di un errore di Aranguiz. Il resto è (stato) la cronaca di una partita che telecronisti d’altri tempi avrebbero definito “tambureggiante” e che ha rivelato la progressiva perdita di personalità delle (ex) “Furie rosse”, non solo dal punto di vista agonistico ma anche a livello di immagine: impietosi primi piani su capi chinati, mani aperte a coprire i volti, andature sconsolate dopo i due gol subiti e a fine match, mani ai fianchi per tenersi stancamente su, braccia allargate a sancire l’inevitabile epilogo nefasto con tanto di rassegnazione, volti a terra e pacche sulle spalle (auto)consolatorie e… sconsolate. Il colore della Spagna è impallidito, mentre quello del Cile è diventato ancora più acceso. Già, perché anche le maglie ufficiali della nazionale cilena di calcio sono rosse. Ed è per questo che il colpo d’occhio dello stadio Maracanà che ha ospitato l’incontro era iconicamente spettacolare. Il bianco delle divise “da trasferta” era evidentemente – oltre che una necessità imposta dal regolamento – anche un espediente per dissimulare la potenza di fuoco pedatorio esibita in partita… 19 giugno 2014