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martedì 08 ottobre 2024
 
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Giornalista

Papere e tacchini

Mattia Perin ha 21 anni, e da terzo portiere azzurro, potrebbe non assaggiare neanche i campi del Mondiale, però a suo modo è diventato famoso, proprio malgrado: colpa di una papera, sul secondo gol del Fluminense nell’ultima amichevole, l’unica brasiliana. Nessuno l’avrebbe notata, se non avesse scatenato una battuta dei cronisti brasiliani. «Perin è um perù». Alla lettera Perin è un tacchino, ma vale l’italiano Perin è un pollo. Il tutto sarebbe rimasto confinato in Brasile, se qualcuno non avesse twittato la papera dei telecronisti (perché è la loro la papera peggiore): il gol del Fluminense contava un tubo, l’ironia cattivella dei cronisti ospitanti invece non suona elegantissima.

Ora Perin ha due possibilità: restarci male e intristirsi o giocarci su e far diventare la piccola disavventura un’arma a suo favore, come ha fatto Dani Alves mangiando la banana. Una maglietta con citazione letteraria sarebbe perfetta: «C’était écrit: je suis le dindon», firmato Georges Feydeau.

«Sta scritto il tacchino sono io», tratta da Il tacchino, commedia brillante di Feydeau. Sai che figurone da intellettuale nella massa ignorantona del pallone.


09 giugno 2014

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