Vittorio Pozzo festeggiato dalla nazionale italiana nel 1934.
1934, 1938, 1982, 2006... 2014? E' il sogno dell'Italia intera che la nazionale di Prandelli ripeta le imprese che per quattro volte ci laurearono campioni del mondo. Coltivare un sogno - soprattutto dopo la bella vittoria di ieri - non costa nulla. Anzi, è un dovere, sopratutto per i giocatori che in Brasile ci rappresentano.
E proprio a loro vorremmo suggerire idealmente una lettura - nella speranza che, magari, qualcuno gliela proponga materialmente - che potrebbe spronarli, giocando sulla leva dell'emulazione. Si tratta di Campioni. Quattro volte Mondiali di Sergio Meda (Edizioni del Capricorno), un emozionante racconto fotografico degli eventi e dei protagonisti che vinsero la Coppa del mondo.
Dalla fortissima squadra degli anni Trenta di Piola e Meazza, capace di vincere per due edizioni di fila sotto la guida di Vittorio Pozzo, all’epopea del Mundial spagnolo di Bearzot e Paolo Rossi, fino al gruppo inossidabile di Marcello Lippi, trionfatore in Germania contro tutto e tutti, gli avversari e i veleni di Calciopoli.
La forza delle immagini, qui attinte dal ricco archivio Ansa, vale più di tanti discorsi, incoraggiamenti, schemi. Noi lettori e appassionati possiamo gustarcele in questi giorni di partite e speranze, ma vorremmo davvero inviarlo ai nostri giocatori in Brasile. Sarebbe bello che Pirlo e Balotelli, Darmian e Marchisio, sfogliando queste pagine e lasciandosi toccare da questi fulgidi pezzi di storia, si entusiasmassero, sentendo da quale storia provengono. E in loro potrebbe anche scattare lo spirito emulativo, la voglia di mostrarsi all'altezza di tanta storia e di certi indimenticabili campioni.
Negli spogliatoi e nelle sedi delle squadre vengono affissi poster dei miti del passato ed esibiti i trofei, per celebrare una storia e incitare chi, nel presente, la deve scrivere. Prandelli potrebbe farsi inviare uno scatolone di copie del libro, farle trovare nelle stanze dei suoi ragazzi, magari anche commentarle e farsi incantare insieme a loro, qualche volta, fra schemi e tattiche. Perché quelle immagini di gloria invocano un nuovo capitolo.