Il Vangelo intero è disseminato di incontri e anche il brano evangelico di questa seconda domenica di Quaresima, ci racconta di un incontro di Gesù con una donna, esattamente una donna della Samaria, porzione della terra di Israele da sempre considerata lontana dalla fede autentica dei padri. L’incontro presso il pozzo di Sicar, sembra casuale: Gesù si è fermato a riposare perché affaticato per il viaggio e qui giunge la donna ad attingere acqua, ma ben presto scopriamo che ha una storia affettiva complicata, cioè ha avuto addirittura cinque mariti e l’ultimo con cui vive non è neppure suo marito. Questi elementi descrittivi servono all’evangelista Giovanni per arrivare al punto chiave, il tema dell’acqua e della sete. L
La sete rappresenta molto di più di un bisogno fisico, è simbolo infatti del desiderio, dei tanti desideri del cuore umano che va alla ricerca di luoghi a cui attingere, per rispondere alla propria sete. In particolare per questa donna, come per tutti noi, si tratta della sete più profonda, la sete d’amore: essere amati in verità e in totalità. Ma le vicende di questa donna, in particolare il numero di uomini a cui questa donna ha chiesto amore, ci suggeriscono qualcosa d’altro: non è la ricerca umana a dare risposta al nostro cuore, bensì l’incontro con il Signore Gesù. Non sarà l’incontro con un altro potenziale marito, segno di una ricerca mai finita, ma solo con colui che, secondo il vangelo di Giovanni è lo Sposo, che potrà finalmente spegnere la sua sete.
Nel computo che Giovanni ci suggerisce infatti, Gesù è il settimo, numero biblico della pienezza, Colui che questa donna stava cercando senza saperlo, che le si fa incontro e la attende presso il pozzo delle sue mille ricerche. Ciò che Gesù le offre è proprio un’acqua diversa, un’acqua viva, un vero e proprio dono. Le dice infatti il Signore Gesù: «se tu con conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Dunque questo tempo di Quaresima è l’occasione in cui si rinnova il nostro incontro con il Signore Gesù, ritornando alla vera sorgente per chiedere a Colui che solo può dissetare la nostra sete, di donarci l’acqua viva del suo amore e della sua presenza. Si tratta di un dono gratuito, qualcosa che dobbiamo saper chiedere. Ma per fare questo è necessario purificare i nostri desideri, o meglio scendere in profondità per dare nome alla nostra sete più autentica e scoprire che le tante risposte che abbiamo cercato, i tanti “pozzi” a cui siamo andati ad attingere, in realtà non hanno dato davvero risposta al nostro bisogno più profondo.
In questo tempo è dunque il Signore che ci viene incontro e ci offre la sua acqua viva, nel segno dei Sacramenti e della sua Parola, perché tutto questo possa riorientare ogni nostra ricerca e tutta intera la nostra vita. Anzi, ci suggerisce il Vangelo che questo incontro farà sgorgare in noi una sorgente, capace di dissetare noi e altri: l’acqua che io darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna.