Qui faccio un ragionamento amaro, ma necessario. Una volta, quando i vertici di qualsiasi settore venivano terremotati dalla giustizia, si poteva sperare che chi subentrava, per non ripetere gli stessi errori, fosse moralmente migliore. In Italia, però, al contrario, abbiamo visto che, nonostante Tangentopoli, la corruzione non è affatto finita. Trasferisco il discorso sul calcio italiano. Dopo i vari scandali-scommesse, altri scandali scommesse. Dopo i vari incidenti negli stadi, altri incidenti negli stadi.
E anche a livello mondiale, esiste il fondato dubbio che, dopo il sisma, che ha travolto il presidente della Fifa Blatter, non stia scritto da nessuna parte un futuro più edificante. Prima, la vendita dei diritti televisivi dei Mondiali 2010 e 2014 a Warner, per appena 600 mila dollari, quando poi sono stati rivenduti a 20 milioni. Quindi, il pagamento, definito “fraudolento”, di 2 milioni di franchi svizzeri a Michel Platini, che dovrebbe essere il grande moralizzatore dopo Blatter.
Ora, naturalmente, massima cautela. Platini è sereno, e sostiene che il compenso è relativo ad un lavoro, regolarmente svolto per la Fifa. Strano, però, che il pagamento sia avvenuto con 10 anni di ritardo, a ridosso delle elezioni, in cui proprio l’Uefa di Platini, nonostante lo scandalo, si è schierata per Blatter, con la promessa che non si sarebbe ripresentato alle elezioni successive. In sostanza: una coincidenza abbastanza sospetta