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venerdì 20 settembre 2024
 
Noi donne oggi Aggiornamenti rss Suor Eugenia Bonetti

India, nel segno delle adozioni

Ogni anno le Missionarie della Carità organizzano a Roma una giornata per tutte le famiglie che hanno adottato bambini dall’India e che sono seguite con particolare attenzione e sostegno dalle stesse Missionarie. Sono loro infatti che hanno fatto da tramite per facilitare queste adozioni. Non è difficile per loro aiutare genitori italiani che desiderano allargare il loro cuore e la loro casa per accogliere bambini abbandonati per vari motivi e dare a loro una famiglia e un futuro. In India le Missionarie hanno molte istituzioni, dove accolgono questi bambini e sono ben consapevoli della necessità di trovare famiglie che possano adottare questi bambini. L’accoglienza diventa davvero un dono reciproco che arricchisce moltissimo sia la coppia di genitori, che per vari motivi non può avere figli, sia gli stessi bambini che trovano una famiglia e di conseguenza hanno un futuro più sereno e sicuro. E ogni anno vengono adottati dai 70 ai 100 i bambini da coppie italiane, tramite le Missionarie della Carità.


Queste famiglie si ritrovano durante l’anno a livello regionale per incontri formativi e scambi di esperienze, che li aiutano a confrontarsi e a crescere come genitori adottivi. Il giorno dell’Epifania invece si incontrano per un grande momento di festa con tutti i bambini adottati. Un’esperienza che si ripete da molti anni e che all'inizio del 2012 si è svolta a Roma presso una grande scuola Salesiana dove si sono radunate circa 400 persone tra genitori e bambini. Quest’ultimi, in particolare, erano pieni di vita e lieti di potersi incontrare, giacché molti di loro hanno vissuto per mesi o anni nello stesso Istituto a Calcutta in attesa di adozione. Molti di questi bambini se non avessero trovato una famiglia che li ha accolti e adottati sarebbero certamente finiti nelle maglie della criminalità organizzata per essere usati per ogni tipo di sfruttamento, specie per guadagni illeciti, distruggendo così le loro potenzialità e impedendoli di affermarsi nella vita e diventare protagonisti del loro futuro.


Quest’anno il tema dell’incontro è stato: “L’accoglienza dell’altro”. Trovandomi di fronte a una simile assemblea di genitori che, attraverso l’adozione di bambini stranieri hanno dato un senso nuovo alla loro vita di coppia, non è stato difficile condividere una riflessione sulla ricchezza e la bellezza dell’accoglienza dell’altro, del diverso, del bambino indifeso, gracile e bisognoso di affetto e di speranza, pur nelle difficoltà quotidiane che certamente non mancano. Ho incontrato coppie con quattro bambini adottati, altre con tre, altre ancora che, dopo averne adottato uno, hanno già fatto la richiesta di un’altra adozione, nonostante le difficoltà finanziarie che molte famiglie stanno vivendo.


Queste coppie hanno invece sperimentato la gioia dell’accoglienza che offre non tanto cose materiali bensì l’apertura del cuore, attraverso l’attenzione, la disponibilità di tempo più che di beni di consumo, consapevoli che i figli hanno bisogno di relazioni umane fatte di affetto e di fiducia, di attenzione e di disponibilità, di accoglienza vera, soprattutto senza essere usati come oggetti da possedere per soddisfare le proprie esigenze di compensazioni affettive. Questo favorisce la costruzione di un’umanità nuova, dove davvero ci riconosciamo tutti figli dello stesso Padre, senza pregiudizi o discriminazioni. L’accoglienza è un grande dono reciproco, giacché nell’accoglienza dell’altro, del diverso, dello straniero c’è lo scambio del dono, della gratuità, dell’interesse e del vero bene, che poi diventa bene di tutta la famiglia e della comunità.


09 gennaio 2012

 
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