Caro direttore, sto vivendo un grande dissidio interiore. Sono un autodidatta di pianoforte e tra i miei studi c’è un’opera di tecnica pianistica di Alfred Cortot, un grandissimo pianista francese del secolo scorso, punto di riferimento per chi voglia studiare il pianoforte. Ho scoperto che è stato schierato dalla parte della Francia collaborazionista del Maresciallo Petain durante l’occupazione nazista e ha tenuto vari concerti a Berlino, anche in occasione della mostra di Arno Breker, lo scultore preferito da Hitler. Dopo la liberazione è stato arrestato. È possibile scindere l’artista dalla sua vita e dalla sua posizione di fronte all’occupante nazista?
(GAETANO F.)
Caro Gaetano, Cortot fu artista sommo dei suoi tempi e, come altri suoi contemporanei, si trovò a vivere il periodo difficile della guerra. Ebbe un ruolo nel Governo di Vichy, ma limitatamente all’ambito culturale e alla musica in particolare. Si sa che ogni regime cerca di controllare l’arte. Non era un politico, e del resto non lo si può accusare di antisemitismo, dato che sua moglie era ebrea, che durante la guerra aiutò una cantante ebrea a sottrarsi alla deportazione e che era amico dell’intellettuale francese ebreo Léon Blum.
Non credo, quindi, che lo si possa accusare di aver collaborato alla caccia e all’annientamento degli ebrei. Dopo la guerra gli fu imposto da una commissione governativa un anno di blocco della sua attività, dopo di che poté riprendere, fino alla morte, avvenuta nel 1962. Anche dopo la sua memoria è rimasta viva grazie a numerose registrazioni sempre riprodotte e a tanti suoi scritti.
Del resto tanti altri artisti si trovarono davanti a scelte difficili e non tutti poterono o vollero emigrare, il che significò dover venire a patti con il regime di allora per lavorare, pur non riconoscendosi nella sua ideologia e nelle sue azioni.
Per venire alla tua domanda: farei una distinzione tra l’uomo e l’artista con la sua opera. Si possono dare giudizi diversi sull’uomo Cortot, ma questo non inficia la sua statura artistica, che rimane immensa. Se nonostante questo usare il suo libro didattico ti crea difficoltà, non mancano altri metodi pianistici alternativi, come ad esempio Piano technique di Gieseking-Leimer, Il pianoforte di Louis Kentner, Come si suona il pianoforte di Gyorgy Sandor e altri. C’è solo l’imbarazzo della scelta.