Dopo la grande manifestazione di
affetto, gioia ed emozioni che ha caratterizzato la giornata di domenica primo
maggio per la beatificazione del grande Papa, Giovanni Paolo II - dove
l’accorato grido all’inizio del suo pontificato ha continuato a riecheggiare in
tutto il mondo - ho avuto modo di cogliere ancora una volta questo suo grido che
desidero trasmettere a tutti voi, amici e sostenitori del nostro servizio alla
dignità della persona, come il grande Papa aveva sempre annunciato e promosso.
Stamane, prima di partire per la
Sardegna per iniziare un lungo e intenso mese di maggio in varie parti
d’Italia, insieme a due suore nigeriane con le quali collaboriamo da molto
tempo, ho avuto modo di entrare, molto discretamente, nella Basilica di San
Pietro e soffermarmi a lungo di fianco a quella bara scarna ma eloquente per
intessere un dialogo affettuoso con il Padre e Maestro della mia vita e di
quella di milioni di fedeli.
Nel silenzio e alla presenza di
quella bara ho rivisto la mia missione sulle strade del mondo come ha fatto Lui
in tanti anni di servizio instancabile; ho pure rivisto tutte le persone che ho
incontrato e aiutato come pure le molte altre che ci sono state compagne di
viaggio per alleviare le sofferenze di tante persone.
In modo speciale ho
ricordato voi cari amici e amiche, lettori di Famiglia Cristiana, impegnati ad
essere come Lui strumenti di verità di armonia, di pace, di solidarietà.
Quel suo invito ad aprire le porte
a Cristo è riecheggiato fortemente nel mio cuore e desidero trasmetterlo anche
a voi affinché ogni persona che incontreremo possa entrare e scoprire il volto
vero di Cristo risorto, unico salvatore del mondo.
Per voi tutti ho chiesto dalla
finestra del paradiso la sua paterna benedizione.