Caro direttore, nell’articolo di Chiara Pelizzoni apparso nel n.15 di Famiglia Cristiana sull’assegno unico si evince finalmente il lavoro fatto dal Parlamento per aiutare le famiglie a crescere i figli. Il tanto decantato assegno unico riduce in parte le difficoltà economiche, ma non sostiene efficacemente la volontà e l’indole delle donne a fare figli. La montagna ha partorito un topolino... perché l’assegno unico tende a diminuire già con un reddito Isee superiore ai 15mila euro. Non è così che si combatte la crisi demografica! Basterebbe copiare dalla Francia che aiuta le donne francesi con lavoro, casa e welfare adeguato per portare i figli alla maggiore età. Queste fanno di media 2,6 figli a testa, le italiane 1,2. Grande ipocrisia della politica che ha finanziato il reddito di cittadinanza, ma non ha dato alle donne asili nido e scuole materne gratis, costrette, quindi, a lasciare il lavoro per accudire l’unico figlio. Come dice papa Francesco: culle vuote cucce piene. GIOBATTA BENETTI
Caro Giobatta, abbiamo descritto in quella occasione l’assegno unico (nella foto, una manifestazione del 2019 a Roma in favore di tale misura) come l’inizio di un auspicabile processo per un ulteriore e più convinto miglioramento degli aiuti alle famiglie per affrontare le difficoltà economiche che, oltretutto, sono peggiorate negli ultimi mesi a seguito del rincaro dei costi dell’energia. Pur tra i tanti limiti, tra cui quelli che richiami tu. Recentemente, oltretutto, le scelte del Governo hanno raffreddato i già pochi entusiasmi, visto Assegno unico, Italia ancora in alto mare che è stata tagliata la spesa per l’assegno unico di 630 milioni di euro. La decisione è stata giustificata dal fatto che il monitoraggio dell’Inps sulle domande presentate al 30 giugno hanno fatto emergere un afflusso di richieste più basso rispetto ai valori preventivati e finanziati.
Il Forum delle associazioni famigliari ha rilevato che, su 7,2 milioni di famiglie beneficiarie, solo 4,8 hanno presentato domanda. L’obbligo di presentare l’Isee e l’insufficiente informazione hanno scoraggiato o rallentato le richieste. Se l’aiuto economico non è la sola voce utile a incoraggiare le coppie a fare figli, non dobbiamo dimenticare che la “bomba demografica” su cui siamo seduti non ci attenderà all’infinito