La ricchezza della Chiesa ci fa perdere il vero messaggio di Cristo?
Ho partecipato, da casa, alla Santa Messa del 1° novembre, festa di Tutti i Santi, trasmessa dalla Rai dalla cattedrale di San Zeno, Pistoia. Come sempre, una bella e suggestiva presentazione, ricca di riferimenti storici, artistici e religiosi, ci introduce alla celebrazione della Messa, presieduta dall’arcivescovo. Il Vangelo è quello delle Beatitudini. Per Gandhi sono «le parole più alte del pensiero umano», e per papa Francesco contengono la carta d’identità del cristiano, perché delineano il volto di Gesù stesso, il suo stile di vita. Confesso di aver sentito una forte contraddizione tra il messaggio rivoluzionario di Cristo, fatto di vita semplice, di mitezza, di amore e di speranza e l’esteriorità della ricchezza dei paramenti liturgici, pianeta, mitra, pastorale e dei calici, tutti riccamente decorati. So che la questione è stata posta tante volte, ma mi chiedo se è realmente necessario tutto questo apparato che stride anche con la vita che tutti i giorni conduciamo, specialmente in questo periodo che per tantissime persone è di sofferenza fisica e morale.
NUNZIA SACCONE - Caserta
In effetti salta all’occhio un certo stridore tra il messaggio delle beatitudini e la ricchezza esteriore delle chiese, dei paramenti e degli oggetti liturgici. Ma stride molto di più la spasmodica corsa all’accumulo di denaro, ad avere sempre più potere, ad abbandonarsi a ogni forma di piacere egoistico da parte di tante persone, non esclusi gli uomini di Chiesa e i cristiani. È su questo che si appuntano le parole di Gesù, il quale ha detto anche che non si può servire Dio e Mammona, cioè la ricchezza.
Se non cambia il nostro stile di vita personale e non si conforma alle beatitudini, prendersela con gli oggetti liturgici preziosi rischia di essere una critica da benpensanti che dicono e non fanno. In realtà le ricche decorazioni, i paramenti e gli oggetti preziosi sono, nella loro radice, un tentativo degli esseri umani di esprimere attraverso la bellezza il grazie al Signore per tutti i benefici che ci ha concesso. Bellezza che si manifesta in tante forme: l’arte architettonica, pittorica, scultorea, decorativa, la melodia del canto e della musica, la solennità e la profondità delle preghiere e dei testi liturgici. È un modo per lodare e ringraziare il Signore con il meglio che noi esseri umani sappiamo produrre.
L’importante è comprendere che tutto questo è per Dio, non per la nostra vanagloria. Evitiamo di fare come lo stolto che, quando il saggio indica la luna, guarda il dito.