La libertà di coscienza sul voto al disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili non è dettato solo da tattica politica, come hanno scritto in molti (scompaginare le fila della maggioranza e fare andare sotto il Pd di Renzi). E' probabile che nei quotidiani sondaggi del duo Grillo-Casaleggio si sia rilevato come molti elettori dei Cinque Stelle, cattolici e non, siano contrari all'articolo 5 che disciplina la cosiddetta stepchild adoption, cavallo di Troia delle adozioni gay e perfino - indirettamente - dell'utero in affitto.
Ed ecco dunque che Grillo finisce per fare un piccolo passo sulla strada dei Cinque Stelle ma un grande passo sulla strada della democrazia italiana: dare libertà di coscienza in un partito che ha il 25 e passa per cento dei voti e dove il terrore delle purghe regna ancora sovrano. Fa un po' specie il coro di critiche alla decisione del fondatore da parte dei sostenitori della Cirinnà e dell'adozione gay, dai radicali a Sel, ai libertari (o libertini?) alati di Verdini, che voteranno compatti per la stepchild adoption. Ma come? Liberi, libertini, liberisti e libertari su tutto, ma quando si tratta di dare libertà di coscienza nei confronti di un disegno di legge che ci fa comodo allora non va bene, la libertà diventa un tabù, uno sfregio, un'offesa alla democrazia e alle minoranze e si diventa più integralisti di un monaco dell'Alto Medioevo. Alla faccia del bicarbonato di sodio, direbbe Totò. ma anche della coerenza morale.