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venerdì 11 ottobre 2024
 

Cammino sinodale: Le fatiche da superare in vista della Comunione

Caro direttore, nella mia parrocchia il parroco ha parlato del Sinodo e ha invitato chi se ne occupa in diocesi a parlarne una sera in un incontro aperto a tutte le persone che erano interessate. Nella mia diocesi hanno scelto di favorire dei piccoli gruppi (5-6 persone) guidati da un facilitatore che ha il compito di gestire l’organizzazione, cioè dove e quando incontrarsi, e di fare una sintesi dei punti che usciranno dalle riflessioni. Tutto questo seguendo un quaderno che la diocesi ha creato per facilitare il dialogo.

Alcuni amici e io abbiamo pensato di provare a creare un piccolo gruppo tra di noi, ma quando ho avvertito il mio don della cosa, mi è stato detto che dovevamo avere un facilitatore scelto da lui. Questo perché avevano fatto due incontri per prepararsi a questo compito. Preciso che sono laureata in scienze religiose e ho esperienza nel gestire gruppi anche abbastanza grandi di persone di varie età. Non vorrei passare per chi crede di essere migliore di altri, ma non credo di non avere le capacità che, secondo il don, sono necessarie per questo servizio. Fra l’altro, lui non aveva mai avvertito che serviva un corso e, anzi, chiedeva ancora se c’erano persone interessate a fare da facilitatori senza, evidentemente, il mini corso poiché era già concluso. Stando alle sue parole aveva paura che ci incontrassimo per fare un elenco di critiche nei confronti della Chiesa o dei sacerdoti.

Quando i miei amici hanno saputo che se volevamo fare il gruppo sinodale dovevamo essere guidati da qualcuno di esterno scelto dal don, si sono sentiti presi in giro e limitati, e così, pur-troppo, si sono ritirati. UNA VOSTRA AFFEZIONATA LETTRICE

Cara amica, non sentirti inutile né presa in giro. Sono sentimenti i tuoi che umanamente comprendo. Ma ti invito a superare il tuo orgoglio ferito e a guardare oltre, per il bene della comunità cristiana a cui appartieni, ma anche per te. Il cammino sinodale in Italia è inizia-to lo scorso ottobre e durerà fino al 2025, anno del Giubileo, mentre, ricordo, quel lo della Chiesa universale si concluderà nell’autunno del 2023, con la celebrazione del Sinodo dei Vescovi. Tornando all’Italia, i due anni che inaugurano il percorso (2022-2023) sono dedicati all’ascolto delle persone e del territorio. I no-stri territori hanno molto da raccontare. Tante sono le iniziative e i processi avviati, spesso in piccolo e magari da poche persone. Il territorio ha un buon naso per “annusare” i bisogni della gente e ha buone orecchie per ascoltare dove soffia lo Spirito, dove i fratelli e le sorelle soffrono e chiedono di essere aiutati, dove Gesù urla la sua sofferenza attraverso la voce dei poveri.

Dei tanti poveri, non solo di denaro e beni, ma anche, e forse soprattutto, di relazioni. Ogni comunità cristiana, in particolare le parrocchie, sono state invitate a organizzarsi, sempre in coordinamento con le loro diocesi, per favorire la possibilità che tutti i membri della comunità, ma anche chi non è credente e desidera offrire il suo contributo, possa essere ascoltato. Uno sforzo simile non vuole essere l’ennesima attività che appesantisce le attività ordinarie, ma un vero esercizio di sinodalità, un modo di convertirsi a un nuovo modo di essere chiesa: quello di ascoltarsi reciprocamente. Per questo il cammino sinodale richiede di essere strutturato e organizzato con un minimo di preparazione previa per consentire di armonizzare l’ascolto e di rendere possi-bili quelle sintesi che a breve ogni diocesi dovrà presentare alla Cei.

Di qui, credo, sorge la necessità del tuo parroco (e di ogni parroco) di evitare la formazione di gruppi che possano agire in autonomia e senza regole, ma di coordinarli con dei facilitatori formati. Non era, credo, in discussione la tua competenza teologica, piuttosto la necessità di coordinare ogni gruppo in maniera uniforme. Ogni posizione, però, anche la tua e quella dei tuoi amici, potranno e dovranno essere ascoltate, anche (e forse soprattutto) se presenteranno delle critiche costruttive. Anche questo è esercizio di sinodalità in vista della comunione


06 maggio 2022

 
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