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venerdì 22 settembre 2023
 

Candidiamo papa Francesco al premio Nobel

Caro don Rizzolo, gli internauti, prima e più che scambiarsi selfies, dovrebbero impegnarsi in iniziative socialmente utili. Io ne avrei una. Fin dagli inizi del pontificato si è parlato di un possibile conferimento del premio Nobel per la pace a papa Francesco, ma la cosa non è andata avanti. Oggi però abbiamo in mano una straordinaria carta da giocare. Tutti i social network del mondo potrebbero organizzare insieme una sorta di referendum popolare mondiale, invitando a sottoscrivere questa dichiarazione: «Ho letto il Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune sottoscritto da papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar Ahmad Al- Tayyeb nel febbraio 2019. Ne condivido il contenuto. Per il loro costante impegno in favore del dialogo interreligioso di cui questo documento è il principale frutto, per le alte finalità che il documento persegue e per la rilevanza degli effetti benefici che potrebbe conseguire mi associo alla richiesta di conferire a papa Francesco e all’imam Ahmad Al-Tayyeb il prossimo premio Nobel per la pace». Ritengo che se questo referendum si facesse la stragrande maggioranza degli internauti direbbe sì. I due firmatari del documento rappresentano già il 55% della popolazione mondiale, ma sarebbe bene anche sapere cosa ne pensa il restante 45%, che comprende i non credenti. Io credo che gli unici a non sottoscriverlo sarebbero i purtroppo tanti nemici di papa Francesco: ne approfitterebbero per dire che ama i miscredenti. In ogni caso questo plebiscito sarebbe anche una bella occasione per smascherare i veri nemici della pace.

FLORINDO MOLLICA

Caro Florindo, l’idea mi sembra interessante. Anche perché, tramite i social, partirebbe dal basso. Le candidature al Nobel si aprono a settembre e si concludono nel gennaio successivo. Non ci si può autocandidare, ma solo segnalare ai comitati del premio le persone meritevoli. È vero che questa sorta di referendum aprirebbe le porte anche agli odiatori di professione di cui la rete è piena, ma più di questo penso che lo stesso Papa non sarebbe molto d’accordo. Il suo ministero di pace non ha bisogno di essere riconosciuto con un premio prestigioso, ma con l’adesione al suo insegnamento, con l’apertura del cuore, con una vita che corrisponda ai valori del Vangelo (validi anche per chi non crede o non è cristiano).


30 settembre 2020

 
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