Verrebbe voglia di mandare le condoglianze a tutti gli insegnanti e i genitori che non si stancano di spiegare ai ragazzi che hanno intorno che bisogna imparare a comportarsi bene, soprattutto se si ambisce ad avere un posto di responsabilità, perché, nei luoghi e nei ruoli in cui si prendono decisioni che contano soprattutto se riguardano la collettività, anche la forma diventa sostanza.

Ebbene, se è vero che si educa soprattutto con l'esempio, in questi giorni i suddetti ragazzi hanno imparato che:

1) Quando non si riesce a dibattere con le parole, si può fare a manate (e se si mettono di mezzo le donne, quella storia per cui non si picchiano neanche con un fiore non è poi così tassativa).

2) Si possono apostrofare donne con volgarità a sfondo sessuale in pubblico.

3) Si può accompagnare un'argomentazione pubblica con gesti da trivio, per essere più chiari.

4) Si può definire 'boia' la più alta carica dello Stato, durante un intervento alla Camera dei deputati.

5) Si può ripetere a squarciagola un motto fascista nell'aula parlamentare di una repubblica regolata da una Costituzione profondamente antifascista, senza preoccuparsi di offendere la storia e la memoria.

Il tutto in Parlamento, in sede istituzionale, e rimanere, ugualmente, classe dirigente della Repubblica di cui sopra.