Nel Vangelo secondo Matteo, al capitolo 8, Gesù pronuncia parole profonde e sfidanti: «Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua, perché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo la salverà. Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?».
La parola greca psiché può essere tradotta con anima, vita o persona, rendendo il messaggio ancora più universale: che serve guadagnare il mondo intero se perdiamo noi stessi, la nostra esistenza? Viviamo spesso affannati, correndo dietro a obiettivi, ma rischiamo di smarrirci. I santi, ciascuno in modo diverso, hanno incarnato questa sfida del Vangelo. Hanno scelto di rinnegare qualcosa di sé, di perdere una parte della loro esistenza per acquisire qualcosa di più grande, rispondendo così all’invito di Gesù di abbracciare una vita in pienezza.
Benedetto XVI ci ricordava: Dio ci chiede il nostro niente per darci il suo tutto. E allora, potremmo chiederci: cosa va tagliato nella mia vita? San Paolo ci avverte: «Tutto mi è lecito, ma non tutto mi giova». Siamo liberi di fare qualsiasi cosa, ma non tutto fa davvero bene alla nostra anima.
Che frutti sto raccogliendo nella mia vita? Sono buoni o cattivi? Cosa nutre in modo negativo la mia esistenza? E cosa, invece, alimenta il mio cuore, la mia anima e la mia vita? Questo Vangelo ci offre un criterio per riflettere: dai frutti si riconoscono gli alberi. Sta a noi scegliere cosa va coltivato e cosa va lasciato andare.
Ogni giorno possiamo prendere le nostre croci quotidiane e imparare a vivere anche le sofferenze guardando a Gesù come modello. Nessuna vita ne è priva, ma ciò che conta è come scegliamo di affrontarle e cosa decidiamo di lasciare per vivere meglio.
Questo invito vale non solo per chi crede, che trova qui una promessa di vita eterna, ma anche per chi non crede, come una strada per vivere al meglio la propria esistenza e diventare la miglior versione di sé stessi. Alla fine, la domanda resta: cosa conta davvero nella tua vita?