TELE... COMANDO Aggiornamenti rss Marco Deriu Giornalista e docente di Teoria e tecnica dei media all'Università Cattolica Chi bestemmia non ha scuse 0 0 0 Invia ad un amico Riduci carattere Ingrandisci carattere Stampa la pagina È andata in onda in diretta non una ma due volte la bestemmia che Tiberio Timperi ha pronunciato durante la puntata di “Uno Mattina in Famiglia” (Rai1) di sabato 18 ottobre. Impappinatosi presentando un ospite in studio, il – non “bravo” – presentatore ha sbattuto la mano sul tavolo e ha chiaramente pronunciato un’offesa contro la Madonna. L’annuncio registrato, che doveva essere un “fuorionda”, invece di essere tagliato è stato trasmesso doppiamente. Dopo la frase del conduttore la Rai ha mandato in onda qualche minuto di “nero”, poi ha riproposto tutto lo spezzone – reiterando la malefatta – e solo al terzo tentativo ha proposto il lancio con l’annuncio corretto. Subito dopo la bestemmia in diretta il Codacons ha chiesto che conduttore, autori e montatori del programma fossero “immediatamente sospesi dalle loro funzioni”, cogliendo l’occasione per proporre l’eliminazione del canone a fronte di un servizio pubblico incapace di rispettare i diritti degli spettatori. Nel pomeriggio di sabato il direttore di Rai1 Giancarlo Leone ha preso posizione sulla vicenda con un tweet in cui faceva riferimento a “deprecabili errori” durante la trasmissione e ha annunciato per il giorno successivo “le scuse di Rai1 in diretta”, oltre a una sanzione per il diretto interessato. Nella puntata di domenica 19, Timperi ha effettivamente fatto ammenda con le seguenti parole: “Vi devo delle scuse perché è andata in onda, anche se sottovoce, una mia imprecazione della quale mi scuso, perché non fa parte del mio costume. Però è giusto che sappiate che si tratta di un incidente: faceva parte di una registrazione che non doveva andare in onda”. Come “scuse” non sono un granché e lasciano molto a desiderare. Se l’intento era quello di riparare a un comportamento inqualificabile, non è in questo modo che ci si può autoassolvere. Fosse anche stata pronunciata “sottovoce” la bestemmia – di questo si è trattato, non di una imprecazione – è un torto grave. E non si può definire “incidente” una frase deliberatamente consapevole, che non vorremmo rientrasse nelle abitudini verbali del conduttore. Il tentativo di addossare la colpa ai tecnici e alla regia, che non avrebbero dovuto trasmettere lo spezzone, è tanto goffo quanto pretestuoso. La Rai ha annunciato sanzioni, ma l’unica plausibile sarebbe (stata) quella di sospendere immediatamente Timperi dal programma. Fino a qualche anno fa, quando la tv pubblica era “una cosa seria”, un simile episodio non avrebbe ammesso né giustificazioni né repliche. La condanna sarebbe stata tempestiva e senza appello, anche da parte di un pubblico che oggi, invece, è fin troppo abituato al turpiloquio televisivo. E non solo a quello. 20 ottobre 2014