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sabato 15 marzo 2025
 

Chiesa e governanti di fronte ai flussi migratori

Sono un affezionato abbonato e leggo con interesse i “Colloqui col Padre”. Ultimamente le lettere hanno come oggetto i flussi migratori, argomento per il quale sui mass media si dibatte ogni giorno tra chi è favorevole e chi è contrario all’accoglienza di queste persone bisognose. Mi astengo dall’esporre ulteriori giudizi, ma vorrei fare almeno due osservazioni. Primo, la Chiesa ha una missione universale e ha il dovere di accogliere chi si trova nell’indigenza, perché siamo tutti gli dello stesso Padre. Secondo, l’Italia, come ogni nazione, ha dei confini ben delineati e una popolazione da difendere da guerre e invasioni. Chi ci governa, avendo giurato fedeltà alla Costituzione, ha l’obbligo di proteggerci dai flussi migratori incontrollabili, per lo più clandestini. D’altronde, Gesù ha detto: «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio».
TIZIANO P.

La Chiesa non è un’entità astratta e i cristiani non sono degli alieni ma cittadini di questo mondo, che contribuiscono alla costruzione della “casa comune”, ispirandosi ai princìpi evangelici che hanno a cuore la dignità umana e la cura dei più bisognosi e svantaggiati. Il senso di umanità che si deve a ogni persona ci accomuna tutti, senza distinzioni di fede, tradizioni e cultura. Se consideriamo i popoli della terra come una sola famiglia, e tutti gli uomini come fratelli, uguali tra di loro e con gli stessi diritti, anche il concetto dei con­fini di uno Stato va rivisto. Da sempre è esistito il fenomeno delle migrazioni, o il “meticciato di culture e civiltà”, come dice il cardinale Scola. Quando una nazione ha il coraggio di aprirsi all’accoglienza non ha che da riceverne grandi bene­fici. Da tutti i punti di vista.


22 ottobre 2015

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