Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 11 ottobre 2024
 

Expo si chiude: ora è il tempo della responsabilità

Il padiglione della Svizzera con gli scaffali semivuoti
Il padiglione della Svizzera con gli scaffali semivuoti

Mentre cala il sipario su Expo Milano 2015 si moltiplicano rapidamente i bilanci positivi di un evento che ha saputo mettere al centro la persona e la sua esperienza. Un evento che ritorna in città dopo centonove anni, che ha lasciato come unica reliquia l’acquario civico.  Stavolta gli spunti per riflettere sono stati più pungenti di quelli del 1906, quando il tema proposto era stato quello di trasporti. Limiti e forti pressioni commerciali non sono riusciti ad intaccare la buona impressione che ne hanno ricavato i visitatori, rendendo l’entusiasmo veicolo virale di pubblicità.

Anche se il cibo, il nutrimento del pianeta, la sostenibilità e la fame nel mondo hanno interpellato il visitatore in ogni padiglione, va detto con onestà che qualcuno ha saputo progettare la sua comunicazione in maniera geniale. Tra questi la Svizzera che ha messo a disposizione caffè, mele essiccate, sale e acqua in misura sufficiente per tutti i visitatori ipotizzati fino alla fine dell’evento. Tutto questo solo se ciascuno avesse saputo prendere con misura. «Ricordo il caso –spiega Andrea Arcidiacono, responsabile della comunicazione del padiglione svizzero- di un uomo che è uscito dal padiglione con un intero scatolone di mele essiccate sotto il braccio. Era ovviamente libero di prenderle tutte, ma gli sguardi severi degli altri visitatori e qualche foto che lo immortalava senza ombra di dubbio, lo hanno fatto desistere». Un padiglione sul tema della responsabilità più che su quello del cibo. Probabilmente è stata questo il propellente che ha portato tanti visitatori a fare anche tre ore di coda per visitare due torri vuote e due semivuote, la dinamica che ha coinvolto il visitatore nel rivolgere lo sguardo alla ricchezza dell’equilibrio interno piuttosto che allo sbilanciamento esterno.

Cifra dell’umano anche questa: tra tanti padiglioni ricchi di tecnologia ed effetti speciali ha fatto colpo un edificio con scaffali vuoti, tanto da vincere più di un premio per aver centrato in pieno il tema di Expo Milano 2015. Un vuoto che genera almeno una domanda: quanto anch’io sono causa dello squilibrio nel mondo?


31 ottobre 2015

 
Pubblicità
Edicola San Paolo