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lunedì 12 maggio 2025
 

«Politica: la tentazione di liquidare tutti è forte. Eppure bisogna reagire»

«Non v’è dubbio», sottolineava Giuseppe Lazzati, «che a determinare nei cittadini, in particolare per taluni aspetti nei cristiani, stati d’animo di diffidenza, talora di rifiuto della politica fino a forme di gretto qualunquismo, è stato ed è il modo con il quale troppo spesso essa è pensata e attuata e questo anche da cristiani». Riflettendo sul comportamento della nostra classe politica, la tentazione di liquidare quasi tutti con un giudizio negativo e sommario è forte. Eppure a questa tendenza di giudizio generalizzato bisogna reagire. La politica e i politici non sono, non debbono diventare altro da noi. Altrimenti rischiamo di cadere in due eccessi opposti di sterile qualunquismo: da un lato sostenere che la politica è sempre una “cosa sporca”, contrapposta a una società che è pulita, lavora e prospera nonostante tutto; dall’altro è dire invece, con tono rassegnato, che abbiamo i politici che ci meritiamo. Mounier, a proposito di politica sporca scriveva così: «Quelli che credono di avere le mani pulite, perché non le immergono mai nel fango, in realtà non lo fanno perché non hanno mani. Non si tratta di non sporcarsi le mani, l’importante è non sporcarsi il cuore». È però opportuno ricordare che per risanare la vita politica non bastano alcune pur urgenti riforme: occorre una sua rifondazione morale. Non è giusto demonizzare i partiti e chi è impegnato in politica. In realtà la crisi è più vasta e complessa: siamo di fronte non tanto a una crisi economica, sociale e politica quanto a una grave crisi di valori morali. Recentemente, il vescovo Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in riferimento alle prossime elezioni, ha puntualizzato le quattro qualità necessarie: «Onestà personale e del gruppo di appartenenza. Realismo perché bisogna guardare negli occhi problemi ma anche saper intercettare le attese. Umiltà nel riconoscere le proprie capacità e metterle in comunione con quelle degli altri. Moralità non solo riguardo al sesto e nono comandamento, ma anche su altre cose». Papa Francesco ha ricordato: «Non possiamo più rimanere tranquilli, in attesa passiva dentro le nostre chiese: è necessario passare da una pastorale di semplice conservazione a una decisamente missionaria!».

RENATO PERLINI - VERONA


11 gennaio 2019

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