Il reato di clandestinità, come ha detto tra l’altro il presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco, non risolve problemi umani gravissimi, come l’arrivo di richiedenti asilo in fuga dalla guerra e dalla fame. Anzi li complica, perché dal reato dipendono tutta una serie di conseguenze incivili e contrarie alla dignità dell’uomo. Dal reato di clandestinità deriva persino l’impossibilità di ricorrere al pediatra per i figli degli extracomunitari non in regola, come prescrive una legge regionale lombarda. Ecco perché la depenalizzazione del reato di clandestinità sta a cuore a tutti i credenti. Tutti? Giova ricordare chi ha votato per la depenalizzazione e chi no, in un Parlamento in cui la stragrande maggioranza dei deputati si dichiara credente (vedi partecipazione alla Messa del Papa in San Pietro).
Il provvedimento è passato con 332 voti favorevoli. Hanno votato a favore il Nuovo Centrodestra, il Partito democratico, Scelta Civica, i Popolari per l’Italia, la Sel, una parte di Forza Italia. Uno dei pochi casi in cui in nome di valori anche evangelici i politici credenti hanno votato oltre la logica degli schieramenti. E i contrari? I no sono arrivati dalla Lega Nord, quella che vuole i crocifissi in aula, dai Fratelli d’Italia, quelli che “Dio, patria e famiglia” e dal Movimento Cinque Stelle di Grillo, il quale continua a dire dai palchi d'Italia che il Papa è grillino perché quelli del Movimento Cinque Stelle sono “i pazzi di Dio”, come San Francesco. Ma San Francesco, il santo della pace e dell’integrazione, avrebbe votato a favore della depenalizzazione del reato di clandestinità.