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lunedì 04 novembre 2024
 

Coderdojo, la programmazione per gioco

Con l’aiuto di una speciale “palestra”, anche un bambino delle elementari può imparare in poche ore i meccanismi di un linguaggio di programmazione per il computer. Con la formula giusta, l’apprendimento diventa un gioco facile e divertente.
Sabato scorso ho avuto la fortuna di partecipare, con mio figlio di 9 anni, a una sessione di Coderdojo della mia città. Nata da alcuni anni, questa iniziativa internazionale si propone di insegnare gratuitamente la programmazione a bambini e adolescenti. Il nome deriva dall’unione delle parole “coder” – programmatore – e “dojo”  – il luogo dove si svolgono gli allenamenti nelle arti marziali.
Dopo aver effettuato in settimana l’iscrizione on-line (i posti sono limitati e spesso vanno a ruba), ci siamo presentati nella sede con un pc portatile e una merenda. Nel locale c’erano già una cinquantina di bambini (accompagnati ognuno da un genitore), già “carichi” e pronti per iniziare la lezione. A ogni gruppetto di allievi era assegnato un “mentor”, un istruttore, pronto a intervenire e spiegare il funzionamento di Scratch, un linguaggio di programmazione molto semplice.

In onore della Settimana del riciclo, che si era appena conclusa, i bambini hanno iniziato a utilizzare un giochino (“Il Mangiarifiuti”, costruito con il programma Scratch) nel quale un bidone doveva catturare dei rifiuti vaganti, evitando però di venire a contatto con dei frutti, mischiati agli oggetti da buttare, per non perdere punti. I mentor hanno iniziato a mostrare le istruzioni di codice per ottenere i movimenti dei vari personaggi del videogioco, invitando poi i bambini a effettuare piccole modifiche (il mio, furbetto, è partito a razzo ad aumentare la variabile del valore dei punti, per superare i punteggi del vicino!).
Dopo la pausa per la merenda, i mentor hanno invitato gli alunni a inventare un gioco o un’animazione partendo da zero. Rispetto ai primi linguaggi di programmazione, complessi e incomprensibili, Scratch è relativamente facile e le singole righe di istruzione si combinano come dei mattoncini colorati. Se spunta un problema, è sufficiente osservare la costruzione del comando assegnato, per capire l’errore ed è il bambino stesso a individuarlo. Fra le regole comunicate all’inizio del Coderdojo, c’era il tassativo divieto ai genitori di mettere le mani sulla tastiera del computer: solo i bambini erano autorizzati a farlo!
Strano vedere tanti bambini insieme così concentrati e divertiti. Per loro era un mondo affascinante da scoprire e, rispetto a quanto avviene solitamente quando usano applicazioni e videogiochi, per una volta hanno avuto la possibilità di diventare ideatori e protagonisti, non soltanto utilizzatori finali passivi.
Al termine della sessione, mio figlio è uscito molto soddisfatto e fiero. E io più di lui.

PS – Oltre a Milano, sono attivi Coderdojo anche a Bologna, Brescia, Catania, Novara, Parma, Pavia, Roma e Torino.


29 novembre 2013

 
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