Esiste un ormone della felicità che possiamo autoprodurre: la serotonina. E fin qui non c’è nulla di nuovo. La novità è che questa sostanza organica gioca un ruolo importante nell’aumentare la plasticità del cervello e può essere utilizzata nella riabilitazione delle persone colpite da un ictus. Lo rivela la ricerca pubblicata recentemente sulla rivista Progress in neurobiology, alla quale l’Italia ha partecipato con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, l’Università di Pisa e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Questa scoperta si aggiunge a una serie di ricerche che mettono al centro la serotonina in relazione alla pratica contemplativa così trascurata nella società contemporanea. Preghiera e meditazione non sono solo un modo per coltivare la nostra spiritualità ma una vera e propria cura per il mantenimento del nostro benessere e della nostra salute. Lo confermano ormai una lunga serie di studi scientifici in cui è stato misurato l’incremento della serotonina a seguito di un certo periodo di tempo trascorso a pregare. Per esempio, si è scoperto che recitare il rosario fa bene al cuore, perché consente di abbassare il ritmo cardiaco e respiratorio con una miglior ossigenazione del sangue e conseguente riduzione della pressione arteriosa. E ancora, un altro studio statunitense dimostra che le donne riducono della metà la probabilità di ammalarsi di demenza se pregano regolarmente. La prayer therapy, terapia della preghiera, cerca nuovi fedeli.