Don Davide Banzato riflette sulle caratteristiche proposte da Gesù per avere la vera Sapienza, prendendo spunto - durante la puntata de i viaggi del cuore a Viterbo – dalla storia di Santa Rosa, una giovane capace di lasciarsi trasformare da Dio realizzando il suo progetto d’Amore su di lei.
In questo viaggio del cuore ho scelto il brano di Matteo 11, 25, dove Gesù dice: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza”.
Sembra quasi una critica da parte di Gesù agli intelligenti e ai sapienti; invece, sappiamo bene che l'intelligenza è una delle vie attraverso le quali possiamo conoscere Dio e che la Sapienza è un dono dello Spirito Santo.
La critica di Gesù è a quella finta forma di sapienza che diventa saccenza ovvero quando pensiamo di saperne più di Dio su come le cose debbano andare, oppure quando di fronte ai misteri di Dio, vogliamo - in qualche modo - incasellarlo dentro i nostri schemi. Chiara Amirante afferma che i misteri di Dio possiamo solo contemplarli ovvero conoscerli attraverso l'amore e la Sapienza dei piccoli.
In greco questa parola che troviamo nel Vangelo per dire “piccoli” - nepios - indica proprio i piccoli, i semplici, i bambini. E quali sono le caratteristiche dei bambini e dei piccoli nel senso evangelico?
Sono proprio quelle caratteristiche che hanno vissuto i santi guardando ai bambini come modello: hanno avuto la fiducia verso Dio Padre, sapendo che Dio è un papà che sa meglio di noi cosa è bene e che cosa fare; i bambini poi sono capaci di stupore, di contemplare le piccole cose, la bellezza della natura, una farfalla, il creato intorno a noi; poi sono anche capaci di fidarsi e affidarsi, di dire la verità in semplicità, a volte anche spiazzante; e poi sono capaci di essere spontanei. Ma soprattutto i bambini sono capaci di vivere l'attimo presente, ad esempio, passano dal pianto disperato alla gioia appena vengono distratti.
Queste caratteristiche del bambino evangelico sono in qualche modo benedette da Gesù, perché ci possono dare l'accesso ai misteri del Signore. E allora, attraverso le parole di questo Vangelo siamo invitati tutti a guardare i bambini per farci santi e non per vivere un’immaturità da bambini, piuttosto diventando capaci di riscoprire quella piccolezza e quella semplicità evangelica che ci può far vivere bene l'attimo presente, essere nell'amore, nella purezza e nella semplicità di vita.