Ci troviamo nella prima cappella dell'Oratorio di Valdocco dove don Bosco pregò, celebrò Messa e accolse i primi ragazzi di strada. E allora, a tal proposito, commentiamo il Vangelo missionario di Matteo, dove Gesù invita e chiama a sé i dodici e prima di inviarli, come evangelizzatori, li chiama a sé. Li chiama innanzitutto per nome: questo è quello che fa con ciascuno di noi, Dio ci chiama per nome, ci ama personalmente e ci istruisce rivestendosi del Suo Amore. Dopodiché ci invia con delle istruzioni molto precise. La prima è quella di predicare alle pecore perdute della casa d'Israele, che oggi potrebbero rappresentare per noi i nostri vicini: prima di andare in giro per il Mondo ad evangelizzare, occupiamoci di amare chi abbiamo accanto a noi.
Dopodiché, l'invito di Gesù è di predicare la Buona Notizia, che rende Dio vicino a tutti: il Regno dei Cieli è vicino, significa testimoniare con la nostra vita che Dio non è un Dio lontano, ma è un Dio che è nel cuore di ogni uomo e di ogni donna di ogni tempo e in ogni storia. E questo dovremmo riuscire a svelare a chi incontriamo anche solo con la testimonianza della nostra vita. Gesù poi dà indicazioni molto pratiche, ma importanti. Ad esempio: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Il Vangelo è un annuncio di Amore che deve essere contraddistinto dalla gratuità. E poi: non prendete borsa, sandali, bisaccia, bastone, ma solo due tuniche, ovvero l'essenziale. Perché? Perché dobbiamo confidare nella Provvidenza divina, proprio come ha fatto San Giovanni Bosco che grazie alla Provvidenza ha poi esteso il suo annuncio in tutto il Mondo. Ci sono altre indicazioni importanti come il saluto: entrare nelle case e dire Pace a voi.
L'evangelizzazione è qualcosa che parla al cuore e deve portare i frutti dello Spirito, in particolare la Pace. E oggi c'è proprio tanto bisogno di pace... Dovremmo essere operatori di pace. Chiunque incontriamo dovrebbe sapere che non è solo ma è amato! Gesù ci mette sull’attenti: Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi. Siate dunque prudenti, astuti come serpenti e semplici come colombe. Dobbiamo essere anche un po’ astuti. I figli delle tenebre sono più astuti di quelli della luce, dirà Gesù in un altro passo. Dobbiamo essere anche capaci di inventiva, come lo fu don Bosco, capaci di genialità e creatività nell’Amore. E infine dobbiamo anche confidare nello Spirito Santo che è il primo e unico agente della missione: quando vi consegneranno nelle loro mani non preoccupatevi di come o di che cosa dovete dire, perché vi sarà a suggerito in quel momento ciò che dovrete dire, infatti non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo del padre vostro che parla in voi.
E allora lo Spirito Santo, altro che non è l'Amore, è l'Amore che deve parlare in noi!