«Ad Aleppo prima della guerra c’erano 43 mila aziende e attività commerciali.
Ora non c’è più nulla. In parrocchia
mancava persino la farina per le ostie
e ho chiesto aiuto a un mio amico
pasticcere». Georges Abou Khazen,
vicario apostolico di Aleppo in visita
a Milano, francescano, racconta
come si vive nella città siriana. In
un incontro promosso dal Centro
culturale di Milano, monsignor Khazen
ha spiegato che l’embargo imposto
alla Siria «è un crimine contro la
popolazione perché aumenta la
miseria della gente». Sul destino dei
cristiani è piuttosto chiaro: «Siamo
a rischio estinzione, da un milione e
mezzo siamo passati a mezzo milione.
È in atto contro di noi un genocidio
ma non perdiamo la speranza».
L’Isis? «Si rifanno a una corrente
radicale dell’islam, quella wahabita»,
ha detto il vescovo. «Fanno le stesse
cose dell’Arabia Saudita, crocifissioni
incluse, ma questo non si può dire. È un
tabù». La convivenza con i musulmani?
«Buona, nonostante tutto. Con molti
di loro collaboriamo per aiutare gli
sfollati». L’Europa? «Troppo debole,
ci aspettavamo facesse di più
ma sono fiducioso sulla conferenza
di Ginevra perché adesso tutti vogliono
la pace e disfarsi delle migliaia di
combattenti stranieri». Khazen, infine,
giudica positivo l’intervento della
Russia: «Ha fatto perdere all’Isis circa
il 25% del territorio occupato».